La procura di Prato ha indagato per violenza sessuale un cittadino nigeriano che era ospitato come profugo nella ex scuola di Santa Caterina. L'uomo è accusato di aver fatto pesanti avances ad una operatrice del centro, gestito dall'Opera Santa Rita. Il fatto risale al mese di agosto scorso ma solo oggi è venuto alla luce con un articolo del quotidiano La Nazione. Nell'articolo viene spiegato come il sostituto procuratore Egidio Celano avesse chiesto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il profugo, richiesta però respinta dal gip. Adesso il profugo sarebbe irreperibile.
Secondo quanto ricostruito dal presidente del Santa Rita Roberto Macrì non ci sarebbe stato uno stupro ma solo il tentativo di baciare la giovane operatrice da parte del profugo, al quale è stata subito revocata la misura di accoglienza da parte della prefettura. L'inchiesta è partita dopo la denuncia presentata dalla giovane operatrice vittima dell'abuso. “Si è trattato di un fatto molto grave – ribadisce Macrì – e noi, non appena siamo stati avvertiti di quanto avvenuto abbiamo segnalato la cosa alla prefettura, che dopo aver appurato l'accaduto, ha proceduto alla revoca delle misure di accoglienza dell'uomo”.
Nicoletta Ulivi, la responsabile dell'accoglienza profughi del Santa Rita, mettendosi a disposizione delle autorità competenti, ha relazionato l'episodio a questura e prefettura raccogliendo la testimonianza della operatrice e di altri ospiti della struttura.
Non manca, da parte dell'istituto Santa Rita, una nota polemica. “Ci spiace rilevare come questo episodio sia stato artatamente gonfiato – afferma il presidente Macrì –finendo per mettere in cattiva luce un lavoro che da alcuni mesi portiamo avanti con grande attenzione, anche con ottimi risultati devo dire.
Travisando quanto è accaduto – conclude – si dà una lettura dei fatti diversa da quella che è la realtà, con il rischio di creare intorno a noi un clima ostile che certamente non favorisce il nostro servizio, che, vorrei ricordare, è fatto nell’interesse di tutti e su precisa richiesta delle istituzioni”. Lascia sorpresi il fatto che un caso simile, avvenuto a distanza di quasi un anno, sia stato insabbiato per tutto questo tempo.
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