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Proteggiamo i nonni, pilastri della famiglia

I nonni: chi sono? La risposta più semplice è dire che sono i genitori dei nostri genitori; ma poi? Se osserviamo la nostra quotidianità, ci accorgiamo che i nonni sono un po' tutto quello che a noi manca

Proteggiamo i nonni, pilastri della famiglia

I nonni: chi sono? La risposta più semplice è dire che sono i genitori dei nostri genitori; ma poi? Se osserviamo la nostra quotidianità, ci accorgiamo che i nonni sono un po' tutto quello che a noi manca: sono veri e propri ammortizzatori sociali che suppliscono le funzioni che dovrebbe avere un'organizzazione sociale attenta ai bisogni delle famiglie. È la loro festa: allora festeggiamo i nonni che accudiscono i nipotini come fossero i loro figli; festeggiamo la loro intelligenza nel tenere unita la famiglia quando questa incomincia a scricchiolare; festeggiamo la loro capacità di contribuire alle spese domestiche che dovrebbero ormai essere a carico dei loro figli; festeggiamoli come educatori richiamati in servizio e, finalmente, per quello che veramente sono: la nostra storia vivente. Alcuni sono rimasti nelle loro case, e questa volta erano loro bisognosi delle nostre cure e del nostro affetto. «Soggetti a rischio» diceva la cronaca con cui veniva riassunta la crudeltà del momento, segnalando morti e ricoverati. Siamo riusciti a ricambiare le loro attenzioni, anche perché, non funzionando più niente, non avevamo bisogno di loro. Ma tanti altri nonni, ormai impossibilitati ad essere utili (come con molto opportunismo avremmo voluto), li abbiamo visti imprigionati nelle case di riposo che guardavano con malinconia il mondo che sta fuori, proprio quel mondo a cui sono stati esclusi. Quei nonni reclusi sono diventati l'atto d'accusa più evidente verso il cinismo dei loro figli. Sono i nonni che non servono più, quelli fuori dal particolare sistema di organizzazione del lavoro, a cui i loro figli finché hanno potuto li hanno obbligati. Attraverso i loro volti, la nostra società ha mostrato il suo volto peggiore, quello che si vergogna della vecchiaia, che si rifiuta di considerare la morte una condizione della vita.

Vecchiaia e morte nascoste agli sguardi della competitività moderna. Soprattutto a loro, va l'augurio di continuare a testimoniare, con la loro fragile e apparentemente inutile vecchiaia, il valore della storia e della tradizione che dà senso alla vita.

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