Protesi a un euro? Dentisti in lotta contro la pubblicità ingannevole

L’Ordine dei medici di Milano ha presentato un esposto contro uno slogan truffaldino che promette dentiere a un euro (in realtà costano 700 euro)

Protesi a un euro? Dentisti in lotta contro la pubblicità ingannevole

Hanno cercato di mettere in guardia gli anziani dai rischi del dentista low cost, hanno ricevuto pazienti con le protesi sbriciolate, reduci da viaggi in Croazia per risparmiare sulla dentiera. Ed ora i medici odontoiatri affrontano una nuova sfida: quella della pubblicità ingannevole. «Impianto dentale a 1 euro» promette uno slogan accalappia clienti. Una follia, secondo i professionisti.

Anche perché, scava scava, vien fuori che la protesi costa più di 700 euro. Il consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, all’unanimità, ha approvato la presentazione della richiesta all’autorità garante della concorrenza e del Mercato di fermare la pubblicità truffaldina.Nell’esposto, redatto e inoltrato dallo studio Franco Gaetano Scoca e associati si chiede di «intervenire a bloccare tale pubblicità ingannevole diffusa sanzionandone l’operato in quanto posto in violazione degli obblighi di legge».«La pubblicità - scrive l’Ordine - è innanzitutto ingannevole in quanto volta a indurre in errore il consumatore sull’elemento del prezzo, nonché sulla natura della prestazione».

Nel titolo, infatti, si fa riferimento all’impianto dentale a 1 euro ma, stando agli ulteriori elementi informativi contenuti nel testo, il costo per ogni dente impiantato risulta di 752 euro.«Da molto tempo – scrive Andrea Senna, presidente commissione albo Odontoiatri - ormai assistiamo ad una deriva in ambito della pubblicità sanitaria che punta sempre più verso il basso anteponendo spesso alle giuste esigenze di informazione sistemi di bieco spot commerciale/promozionale con l’evidente scopo di illecito accaparramento della pazientela/clientela cercando di condizionare, attraverso offerte economiche che hanno dell’incredibile, una libera e ragionata scelta di ciò di cui il paziente ha veramente bisogno per la sua salute».

«Gli Ordini professionali – aggiunge Andrea Senna - hanno poche armi a disposizione per far fronte a questo far west pubblicitario, avendo potere disciplinare solo sui Direttori sanitari iscritti nei loro albi provinciali».

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