Lui, disoccupato di 45 anni, aveva pubblicato un video su youtube per dire che “Equitalia andrebbe denunciata per istigazione al suicidio”. E Attilio Befera, ex numero uno dell’ente di riscossione, l’aveva querelato per diffamazione. Mauro Merlino, autore di un filmato di 40 secondi pubblicato sul web nel 2012, e poi rimosso, “per parlare della situazione che oggi si trovano a vivere milioni di italiani, strangolati dalla disoccupazione e dalle tasse”, andrà a processo il 29 marzo prossimo in tribunale a Modena. Nel corso degli anni il processo è stato rimandato più volte dal momento che la parte querelante non si è mai presentata.
Adesso Mauro aspetta che Befera si palesi al processo e nel frattempo mette in atto uno sciopero della fame come forma di protesta estrema. Lo abbiamo intervistato per capire cos'ha intenzione di fare:
Mauro quelle cose su Equitalia le pensi tuttora? Saresti in grado di ripeterle dopo tutto quello che ti è successo?
Io dissi che Equitalia andrebbe denunciata per istigazione al suicidio. Adesso, non essendo cambiato nulla da allora, lo ribadisco: Equitalia va denunciata per istigazione al suicidio. E continuerò a gridarlo.
Dopo la querela hai iniziato uno sciopero della fame che ti ha fatto perdere 9 kg, qual è lo scopo di questo sciopero?
Lo scopo è dimostrare la mia solidarietà a tutte quelle famiglie, vittime di Equitalia, costrette a chiudere la propria azienda, ridotte sul lastrico e in alcuni casi indotte al suicidio. Quelle famiglie oltre ad essere vessate sono abbandonate e lasciate a se stesse nell'indifferenza generale. Il 29 cercherò di dare una voce anche a loro.
Il tuo gesto di disobbedienza civile è riconducibile a qualche movimento o pensiero politico in particolare?
Più che politico direi spirituale, infatti mi considero un gandhiano: la mia è una protesta pacifica e di disobbedienza civile. Quando mi vengono fatte delle richieste assurde, come pagare delle tasse insostenibili, l'unico modo che ho per ribellarmi è incrociare le braccia e rifiutarmi di pagare.
Con il tuo esempio hai attirato l'adesione di altre persone, creando così una rete che hai chiamato "la voce degli inascoltati", ma chi sono gli "inascoltati"?
Gli inascoltati sono tutte quelle persone oneste che trovandosi in un momento di difficoltà si sono viste sbattere la porta in faccia dalle istituzioni. Quelle istituzioni sempre pronte a pretendere dagli italiani ma incapaci di ascoltare quando è necessario.
Hai intenzione di protestare anche nel giorno del processo?
Sì, soprattutto in quel giorno. Porterò avanti la mia protesta stando in piedi e con le mani legate dal 28 al 29, davanti al tribunale, a rappresentare quell'Italia che non vuole morire nonostante tutto. Questo è il messaggio che voglio trasmettere con la mia protesta. Con me ci saranno molte persone che si sono mobilitate spontaneamente perché condividono questa battaglia.
Se Befera non si presentasse al processo, in che modo reagiresti?
Se non dovesse presentarsi io rimarrò ad oltranza, davanti al tribunale, fino a quando non ce la farò più. A testimoniare l'indifferenza di quest'uomo.
Sei riuscito a trovare un lavoro?
In realtà non mi sono mai fermato, ho sempre fatto qualsiasi lavoro. Adesso lavoro in un'azienda come interinale ma nonostante tutto vado avanti. Devo sentirmi uomo, marito e padre facendo qualcosa. Anche se non guadagno molto per me l'importante è lavorare, sentirmi utile.
Un messaggio per Befera?
Lo invito a presentarsi e di farsi un esame di coscienza. Basta.
In bocca al lupo
Crepi il lupo.
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