Il figlio di Provenzano: "Non devo pagare per il mio cognome"

Il figlio del boss rivendica il diritto a una vita normale e rinfaccia a Repubblica il licenziamento del fratello

Il figlio di Provenzano: "Non devo pagare per il mio cognome"

“Francamente non capisco l’interesse per questa vicenda. Ho diritto o no a una vita normale? O devo continuare a essere giudicato per il cognome che porto? Non vi è già bastato quello che avete fatto a mio fratello?”. Angelo Provenzano, intervistato da Repubblica, difende la sua nuova attività imprenditoriale di tour operator della mafia per i turisti americani e attacca il quotidiano di Ezio Mauro. Nove anni fa, infatti, la Repubblica divulgò la notizia che suo fratello aveva vinto una borsa di studio per insegnare italiano in Germania “e come risultato – spiega Provenzano jr - il contratto fu rescisso. E mio fratello è dovuto tornare in Sicilia”.

Ora Angelo non vuole subire lo stesso destino: “Per me si tratta solo di un’opportunità lavorativa importante in un settore, quello turistico, nelle cui potenzialità ho sempre creduto. E poi – conclude il giovane - confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra da pregiudizi mi pare un’avventura molto stimolante”.

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