Siamo all'inizio della campagna di somministrazione della terza dose (booster) del vaccino anti-Covid che già si ipotizza la necessità di farne un'altra, una quarta. lo ha affermato il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, affermando che si tratta di una "possibilità concreta".
Perché si parla di quarta dose
Durante una diretta tv con SkyTg24 "Live in Courmayeur", l'esperto ha affermato che sebbene non ci siano gli estremi per introdurre l'obbligo vaccinale in Italia e che le terze dosi hanno già raggiunto oltre 7 milioni di persone, la quarta dose potrebbe essere necessaria sia a causa delle varianti (una su tutte Omicron) ma anche perché non sappiamo quanto possa durare la protezione offerta dalla terza (sei mesi? Un anno). E poi, il Covid non potrà scomparire in un batter d'occhio, molte zone del mondo hanno scarsa disponibilità di vaccini e la popolazione immunizzata è ben al di sotto del raggiungimento della famosa immunità di gregge non ancora raggiunta nemmeno nei Paesi più coperti dai vaccini. Come riporta l'Ansa, in Israele si parla già del quarto richiamo e la stessa ipotesi è stata formulata anche dal Regno Unito per arginare la variante Omicron e proteggere ulteriormente soprattutto le categorie più vulnerabili
"Una vaccinazione ogni anno"
Come hanno più volte detto gli esperti, Sars-Cov-2 a un certo punto diventerà endemico come il virus dell'influenza che compare ogni inverno: ecco perché i vaccini ad Rna andranno "aggiornati" magari con un unico siero che possa essere efficace contro le due malattie. Il Prof. Massimo Ciccozzi, tra i più esperti epidemiologi italiani e direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma che abbiamo recentemente intervistato per conoscere tutto sulla variante Omicron, ha affermato che il virus sta cominciando ad adattarsi ma che questa "non è per forza una cattiva notizia, anche se ci servono molti più dati per avere un quadro preciso". Per questo motivo, sarà probabile "una vaccinazione ogni anno, magari riservata solo ai più fragili, ai più anziani, con un vaccino aggiornato alla variante dominante", ha detto al Messaggero.
I motivi per il nuovo richiamo
Secondo l'esperto epidemiologo, i motivi per la quarta dose sono almeno due: la ridotta presenza anticorpale dopo 5-6 mesi ricordandoci che il monodose della Johnson&Johnson ha protetto per soli 60 giorni e la difficoltà di inquadrare l'evoluzione di Omicron, virus molto diverso rispetto al ceppo originario di Wuhan sul quale sono stati sviluppati i vaccini tutt'ora in commercio e che vengono somministrati alla popolazione. Se è vero che rimane alta la protezione contro la malattia grave, si abbassa quella per la normale infezione, motivo per il quale si dovrà ricorrere a nuove vaccinazioni con i sieri "aggiornati" all'attuale virus pandemico, non più a quello di due anni fa. "Bisognerà inseguire il virus, aggiornare ogni anno i vaccini esattamente come si fa con l'anti infuenzale. In sintesi: la quarta dose servirà sia a rinnovare la protezione sia a somministrare un vaccino costruito per fermare le nuove varianti", conclude Ciccozzi.
Cos'è Valneva, il vaccino francese
Per aggiungere frecce all'arco dei vaccini Pfizer e Moderna, il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia Europea del Farmaco (Ema), ha avviato una revisione continua su VLA2001, un vaccino anti Covid sviluppato dall'azienda francese Valneva, società biotecnologica con sede a Saint-Herblain, Comune alle porte di Nantes, che sviluppa e commercializza vaccini per le malattie infettive. Questo vaccino è composto dal virus inattivato (ucciso) "che non può causare la malattia. VLA2001 contiene anche due 'coadiuvanti', sostanze che aiutano a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino", scrivono i ricercatori. L'ottima notizia è che i primi studi "suggeriscono che il vaccino innesca la produzione di anticorpi che colpiscono SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, e può aiutare a proteggere dalla malattia".
La tempistica per l'immissione o meno in commercio di questo nuovo vaccino sarà valutata dall'Ema man mano che si avranno a disposizione maggiori dati per decidere se i benefici superano i rischi. "La revisione continua continuerà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per una domanda formale di autorizzazione all'immissione in commercio". Come si apprende dalla società francese, Valneva ha firmato un accordo di acquisto anticipato con la Commissione europea per fornire fino a 60 milioni di dosi del suo candidato vaccino in due anni.
L'azienda sta preparando il vaccino anche per la fascia 5-12 anni ma anche come richiamo (booster) per le persone che ne avessero bisogno. Il candidato vaccino verrebbe prodotto in Scozia, a Livingston, e in Svezia nella città di Solna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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