I magistrati sono sul piede di guerra per difendere un autogoverno che, nel tempo, ha travalicato i confini previsti dalla costituzione ed è diventato una repubblica autonoma, con leggi ed etica diverse rispetto a quella in cui viviamo noi non togati. Faccio un paio di esempi. Più di un magistrato, con esternazioni non richieste né dovute, oltre che molti opinionisti e parte dell'opinione pubblica, si dicono indignati quando un politico non si dimette se raggiunto da un avviso di garanzia, non parliamone se rinviato a giudizio. Ora, si può discutere se un politico, cioè un servitore dello Stato, debba o no lasciare il campo prima di una condanna definitiva (il caso della ministra Santanchè sta facendo scuola) ma quello che pare impossibile solo discutere è che lo stesso principio debba valere anche per un magistrato.
Perché questo è quello che ha deciso la Corte Costituzionale accogliendo il ricorso di un collega magistrato, rimosso dal Csm dopo una condanna definitiva a due anni e quattro mesi per avere apposto una firma apocrifa del suo presidente (a proposito della necessità di test psichiatrici per le toghe) in tre provvedimenti giudiziari. Un ministro e un magistrato sono entrambi servitori dello Stato ma, se ho capito bene, la regola della Repubblica giudiziaria è che un ministro deve sloggiare per un avviso di garanzia, il magistrato resta tale anche se condannato in cassazione. Ma non solo, e vengo al secondo esempio: se invece che politici si è magistrati si può fare carriera anche se sotto processo per reati gravi. È il caso di Fabio De Pasquale, vice procuratore di Milano appena nominato «corrispondente nazionale» di Eurojust, l'agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria, nonostante nelle prossime settimane debba comparire davanti sia al tribunale di Brescia che al Csm per presunte gravi violazioni compiute da pm durante il processo Eni.
Per finire vorrei attirare l'attenzione del procuratore Gratteri, che ieri l'altro ha fatto intendere di sapere di politici cocainomani. Non dubitiamo che sia vero, non ci risulta abbia mai denunciato suoi colleghi tossicodipendenti in servizio. Per informazioni leggere qui sopra.
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