"Qui è una guerra con Malta". Le carte incastrano l'isola: "Barconi spinti verso l'Italia"

Gli atti del Tribunale e le testimonianze choc sul "caso Diciotti": "La Valletta spinse il barcone verso le acque italiane"

"Qui è una guerra con Malta". Le carte incastrano l'isola: "Barconi spinti verso l'Italia"

La partita migranti ora si gioca con (o contro) Malta. Il caso delle due navi Ong ferme al largo di La Valletta con 49 migranti a bordo rischia di provocare un nuovo scontro diplomatico col governo dell'isola, già nel mirino dell'Italia per la gestione degli eventi Sar nel Mediterraneo.

L'ultimo scontro

"Malta non fa attraccare le imbarcazioni nonostante siano nelle loro acque territoriali a un miglio dalla costa", ha accusato ieri Di Maio. La corsa in avanti del leader del M5S (condivisa da Conte e osteggiata da Salvini) ha provocato la reazione indignata del governo maltese, che nella serata di ieri ha invitato il vicepremier grillino a "valutare i fatti prima di parlare". Secondo La Valletta "Sea Watch3 ha condotto il salvataggio dei migranti in una zona fuori dalla Sar di Malta, più vicino all'Italia che a Malta e nonostante l'ong avesse richiesto all'Italia un porto sicuro in cui sbarcare i migranti".

Gli atti del Tribunale

Non è però la prima volta che l'Italia sospetta che La Valletta faccia di tutto per evitare di far arrivare i migranti nel Belpaese, in alcuni casi "indirizzando" i barconi verso le nostre coste. Ora a sostegno di questa tesi ci sono anche le carte del tribunale dei ministri di Palermo.

Negli atti, rivelati dall'Adnkronos, con cui i giudici hanno inviato il provvedimento a Catania per "incompetenza territoriale" (l'accusa rimasta in piedi era quella di sequestro di persona), emerge lo scontro tra Roma e Malta nella gestione del "caso Diciotti". E ci sono precise accuse contro La Valletta.

Come scrive il Presidente estensore Fabio Pilato, "secondo la ricostruzione del fatto è inconfutabile - scrivono i giudici palermitani nel documento rintracciato dall'Adnkronos - che le unità navali italiane hanno compiuto una attività di soccorso e salvataggio in sostituzione delle autorità maltesi, sulle quali gravava il dovere primario di intervenire, non soltanto nella formale qualità di titolare del coordinamento assunta il giorno prima, ma soprattutto perché la fase di allarme di pericolo si è verificata ed è stata dichiarata nell'area Sar di sua pertinenza".

Malta sotto accusa

Si tratta della prima volta che un atto ufficiale e giudiziario punta così duramente il dito contro La Valletta. "Dalle prove acquisite - dice il Tribunale dei ministri di Palermo - risulta chiaro che il comportamento illecito e gravemente irresponsabile dell'autorità maltese non è dipeso da motivi tecnici o da impossibilità oggettive di operare, ma dall'intenzionale proposito di spingere forzosamente il barcone nelle acque italiane per scaricare sullo Stato italiano la responsabilità primaria dell'evento". Dunque per i giudici siciliani è lecito "affermarsi in tale contesto di plurime violazioni delle convenzioni internazionali che soltanto la tempestività e la professionalità delle autorità marittime italiane hanno consentito di scongiurare un disastro umano che avrebbe portato al naufragio certo di 190 persone".

Dai documenti allegati dal Tribunale al fascicolo passato ai colleghi di Catania emergono anche lo scambio di mail, sms e audio Whatsapp che intercorrono in quelle convulse ore di metà agosto. "Qui è guerra con Malta!", si lascia scappare un uomo della Guardia costiera.

La "guerra" è di natura politica. Il ministero dell'Interno e il comandante della Guardia costiera rimangono in contatto sin da subito. L'Italia deve far fronte alla "diatriba" con Malta, che va avanti anche il 17 di agosto: Roma vorrebbe portare i migranti a La Valletta, che però si rifiuta. Dopo due giorni di stallo (18 e 19 agosto), dopo aver inviato una richiesta Pos, Malta non risponde e ""visto il persistente silenzio di Rcc Malta - scrivono i giudici - si è deciso di fare ormeggiare la nave a Catania con il concerto del ministro Toninelli".

Lo sbarco dei migranti

A Catania però Salvini non permette ai migranti di sbarcare, fatto che farà scattare le indagini della procura di Agrigento e la polemica politica. I richiedenti asilo, ricorderete, metteranno piede a terra solo il 25 agosto, dopo l'accordo raggiunto dal governo con l'Albania, la Cei e l'Irlanda per la redistribuzione degli immigrati.

Le testimonianze

Ad attirare l'attenzione, però, sono alcune testimonianze dei migranti a bordo della Diciotti che di fatto incastrano Malta. "I maltesi hanno espressamente detto che non ci avrebbero condotto a Malta - dice un eritreo - I maltesi hanno inoltre aggiunto che noi avevamo sbagliato posto dove andare e che ci avrebbero fatto vedere la direzione in cui procedere per andare in Italia. In quel frangente il mare era agitato e noi tutti eravamo spaventati. Eravamo convinti che i maltesi ci avrebbero aiutato e soccorso, perché volevamo essere salvati. Invece si sono limitati a fornirci salvagente e viveri dicendo che non ci avrebbero portati a Malta e ci hanno indicato la direzione verso cui navigare per andare in Italia". E in quel momento c'erano a bordo persone malate. "Tutto questo è stato detto ai maltesi", dice il testimone.

"Dinnanzi all'imbarazzante risposta maltese di attendere "messaggi formali" - scrive il Tribunale dei Ministri di Palermo - alle motovedette italiane non è rimasto altra scelta che effettuare il provvidenziale intervento e salvare i 190 migranti da un naufragio certo".

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