Quindicenne "malato di Playstation": il giudice lo manda in comunità

La vicenda va in scena a Crema: il tribunale ha deciso il ricovero in comunità di un quindicenne dipendente dai videogiochi

Quindicenne "malato di Playstation": il giudice lo manda in comunità

Non riusciva a smettere di giocare alla Playstation e e così il giudice ha deciso di mandarlo in comunità. Protagonista di questa singolare storia un quindicenne di Crema, in provincia di Cremona, nel bel mezzo della Bassa lombarda.

Una storia che non si snoda fra i campi e le cascine della campagna cremonese ma fra i divani e le poltroni di una famiglia cremasca, che da anni ormai tenta di risolvere il problema della dipendenza del figlio 15enne dai videogiochi.

Era il 2015 quando la madre si rivolse ai servizi sociali, che la indirizzarono ad uno psicologo. Tuttavia ogni sforzo risultò vano e i servizi si rivolsero al giudice dei minori perché allontanasse il ragazzo dalla casa di famiglia e lo sistemasse in una comunità per minori.

Tuttavia il giovane aveva preso carta e penna implorando il giudice di annullare il provvedimento di allontanamento, ottenendo, almeno in un primo momento, ragione. La situazione pareva sospesa in un limbo, con il provvedimento pendente ma non eseguito. Lo scorso 6 dicembre, sotto la minaccia di essere costretto a lasciare la casa materna, il 15enne aveva addirittura consegnato spontaneamente la Playstation alla madre.

Ieri però, racconta il Giorno, la madre del giovane si è vista notificare dal tribunale il decreto di allontanamento, oltre alla convocazione presso il centro cremasco di assistenza alla persona.

Il magistrato Francesco Allegri, corroborato dai giudici onorari Francesca Dabassi e Filiberto Superbi, dopo attenta riflessione, ha ritenuto comunque che il giovane dovesse trascorrere un periodo lontano da casa. E così ha deciso.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica