La Rai sta per diventare una casa di vetro. Non solo perché la legge di riforma della governance (legge 220 del 2015) approvata il 28 dicembre scorso, la obbliga ad andare in questa direzione, ma anche perché il Dg e la presidente dell'Azienda sono tanto sostenitori della trasparenza da averla considerata, sin dal loro insediamento e ben prima della legge, un capitolo del triennio in Viale Mazzini. Come anticipato ieri, nel consiglio di amministrazione di lunedì 25 luglio, i consiglieri approveranno definitivamente il 'Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale' (presentato dal Dg Antonio Campo Dall'Orto) nel suo ultimo giorno utile. E così, dopo il voto del Cda, saranno per la prima volta on line, su una specifica sezione del sito della Rai, non solo gli stipendi dei dirigenti che superano i 200mila euro (gli artisti come noto sono fuori), ma anche i curricula e i criteri per il reclutamento del personale e per il conferimento di incarichi a collaboratori esterni. Così come saranno online il numero e la tipologia dei contratti di collaborazione o consulenza non artistica e l'ammontare della spesa, gli investimenti totali destinati ai prodotti audiovisivi nazionali e ai progetti di coproduzione internazionale, i dati sul gradimento della programmazione generale e specifica della società, ai fini del perseguimento degli obiettivi di servizio pubblico. Insomma per i cittadini che pagano il canone e, in generale, per tutti gli stakeholder sarà possibile capire dove sta andando l'Azienda radiotelevisiva di Servizio Pubblico e sulla base di quali scelte. Un grande cambiamento, tanto più se si pensa che l'intento del Dg e della Presidente è quello di rendere tutti i dati facilmente consultabili e comprensibili per tutti. E' la prima azienda italiana di queste dimensioni che dà ai cittadini una serie così vasta di informazioni e l'unico altro colosso che ha già fatto questa scelta in Europa è la Bbc. Ci è voluto, infatti, molto tempo per centrare questo traguardo: uno speciale gruppo di lavoro si è dedicato, pancia a terra, solo a questo per due mesi sotto la guida del direttore generale e con il coinvolgimento di tutte le strutture Rai, considerate le implicazioni di natura tecnica, legale e di privacy. Una società internazionale ha poi coadiuvato il gruppo, la Korn Ferry, relativamente alla specifica analisi delle retribuzioni. L'obiettivo, spiegano dallo staff del Dg, è quello di aprire le porte dell'azienda ai cittadini permettendo a chiunque di controllare compensi e competenze dei dirigenti Rai. E domani saranno gli stessi vertici della Rai ad illustrare personalmente come si realizzerà questo intento in una conferenza ad hoc in Viale Mazzini.
Ma intanto il sito Dagospia anticipa già le cifre: " Campo Dall’Orto (circa 600 mila euro), Anna La Rosa, già direttore dei servizi Parlamentari e ora a disposizione del direttore del Tg3 (240 mila euro), Carmen La Sorella (200 mila), il direttore della Comunicazione Giovanni Parapini (250 mila), il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta (270 mila), il presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano (390 mila), il direttore Risorse Televisive Andrea Sassano (220 mila), il direttore del Canone, Marco Zuppi (240 mila), il neodirettore di Rai Sport, Gabriele Romagnoli (230 mila)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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