Rapinavano e picchiavano le vittime: la furia della baby gang

I carabinieri di Firenze hanno denunciato sei giovanissimi (cinque dei quali minorenni) che avrebbero formato una baby gang capace di mettere a segno sette rapine nel giro di un mese, minacciando con un coltello le vittime

Uno dei fotogrammi che hanno permesso l'individuazione della baby gang
Uno dei fotogrammi che hanno permesso l'individuazione della baby gang

Accerchiavano la vittima minacciandola con un coltello, per rapinarla approfittando dell'oscurità. E nel caso in cui quest'ultima non avesse con sé contanti o oggetti di valore, il "branco" sfogava la rabbia a suon di calci e pugni. Con questa accusa sono stati denunciati nelle scorse ore sei giovanissimi residenti nell'hinterland fiorentino (cinque dei quali ancora minorenni, mentre il sesto ha diciotto anni) a seguito delle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Firenze Palazzo Pitti. Secondo gli inquirenti, avrebbero messo in piedi una baby gang, mettendo a segno almeno sette rapine nel capoluogo della Toscana durante lo scorso inverno (nel lasso di tempo compreso fra il 26 febbraio e il 26 marzo scorsi) soprattutto nell'area del centro storico.

A far scattare tutto fu l'arresto di un diciassettenne a opera dei militari dell'Arma risalente allo scorso febbraio. Il giovane venne ritenuto responsabile di una rapina di poche decine di euro, effettuata assieme a due complici ai danni di un paio di coetanei. E stando a quanto riportato dai media locali, fu proprio quell'operazione a dare il "la" alla successiva indagine. La visione e le analisi delle telecamere del circuito di videosorveglianza del Comune e i successivi approfondimenti investigativi delle forze dell'ordine (refertati al sostituto procuratore dei minori Filippo Focardi) hanno poi consentito di delineare altri analoghi episodi avvenuti nel corso della medesima sera nella zona, aventi quali responsabili lo stesso ragazzo e altri suoi coetanei. In tutti i casi i soggetti indagati hanno tenuto lo stesso "modus operandi", accerchiando e minacciando le vittime, il più delle volte utilizzando un coltello, per derubarle.

In un caso, dopo aver constatato come l'accerchiato non avesse con sé nemmeno un euro, non avrebbero esitato ad aggredirlo, procurandogli una frattura alla mandibola. La pressione investigativa sviluppata a carico dei sospetti avrebbe permesso di acclarare la loro responsabilità altri due atti predatori, avvenuti lo scorso 26 marzo. E così, l'operazione denominata "Toro Rosso" (per via del giubbotto con il logo della squadra statunitense dei Chicago Bulls indossato da uno degli indagati) si è conclusa positivamente, con l'individuazione del gruppo.

E a seguito di tutto ciò, la procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Firenze e la procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze hanno dichiarato la chiusura delle indagini a carico di tutti gli indagati della baby gang, quale atto propedeutico alla futura richiesta di rinvio a giudizio.

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