Sarebbero 17 le persone che sono arrestate durante il maxi blitz messo in atto nelle prime ore di oggi dalla polizia nel comune di Cerignola, nel Foggiano, perché ritenute responsabili di rapine a furgoni portavalori. È ancora in corso la maxi operazione della polizia, centinaia gli agenti coinvolti, a carico di diverse persone ritenute appunto responsabili di rapine pluriaggravate a furgoni portavalori, rapina in concorso, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi, anche da guerra, violenza privata e riciclaggio, ricettazioni e sequestro di persona. Come reso noto, le indagini sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e dalla Squadra Mobile della Questura di Foggia, coordinate dalla procura locale.
Le tecniche usate per ritardare l'intervento della polizia
Secondo quanto emerso dalle indagini, le rapine ai portavalori nel foggiano venivano commesse anche usando jammers, ovvero disturbatori di frequenza ad ampio raggio, che rendevano praticamente impossibili le comunicazioni via radio e smartphone con le sale operative delle forze dell'ordine e delle ditte di trasporto. Questo era il modus operandi dell'organizzazione criminale che è stata smantellata nel corso del maxi blitz. Oltre a questo, un ulteriore metodo utilizzato per ostacolare o ritardare la reazione da parte delle forze di polizia, e guadagnare quindi più facilmente la fuga, era il blocco della viabilità con veicoli incendiati appositamente. Tutti i dettagli dell'operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sala riunioni della questura di Foggia, alla presenza, tra gli altri, del procuratore Ludovico Vaccaro, del direttore centrale anticrimine, Francesco Messina, e del direttore del Servizio Centrale Operativo, Fausto Lamparelli.
La quarta mafia
Proprio Francesco Messina ha commentato quanto avvenuto questa mattina: "Il contrasto all'azione delle organizzazioni criminali, tutte stanziate in Puglia e specializzate negli assalti a furgoni portavalori, a tir che trasportano tabacchi lavorati esteri e caveau di società di vigilanza privata, in tutto il territorio nazionale, costituisce da oltre 3 anni un obiettivo strategico della direzione centrale anticrimine della Polizia. Gli esiti d'indagine si aggiungono ad alcune operazioni recentemente concluse dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili interessate, che hanno permesso di disarticolare gruppi criminali composti da pregiudicati foggiani e baresi, dediti stabilmente alla consumazione di tali gravissimi reati". Il direttore centrale anticrimine della polizia ha poi sottolineato che, non di rado, dalle indagini sono emerse cointeressenze tra i soggetti arrestati e clan operanti nell'ambito di quella che viene chiamata 'quarta mafia’. Con questo termine si intendono le mafie foggiane, una criminalità emergente che aggrega arcaicità e modernità, localismo e globalizzazione, che è rimasta a lungo invisibile rispetto a quelle tradizionali, solo perché poco raccontata e conosciuta.
Presi d'assalto anche sportelli bancomat
"Nel periodo considerato sono state arrestate 71 persone e oltre 30 sono state denunciate e indagate in stato di libertà, a seguito di indagini che hanno riguardato undici episodi di tentata rapina, 3 rapine consumate e un furto aggravato avente ad oggetto sportelli bancomat; inoltre, sono stati sequestrati cinque fucili mitragliatori Kalashnikov, un fucile a pompa e cinque pistole", ha aggiunto Messina che ha infine ricordato, tra le più significative attività di repressione, l'operazione conclusa nel luglio 2020 a Brindisi, nella quale vennero arrestate 9 persone; l'operazione conclusa nel marzo 2021 a Novara, con l'arresto di 7 persone; l'operazione conclusa nel giugno 2021 a Modena, con l'arresto di 5 persone; l'operazione conclusa nel marzo 2021 a Brescia, con l'arresto di 31 persone e, infine, anche l'operazione conclusa nello scorso mese di ottobre ad Avellino, con l'arresto di 4 persone, tra cui un latitante colpito da un provvedimento di custodia cautelare per associazione mafiosa.
Uno schema di tipo militare
Come spiegato, il gruppo criminale sgominato metteva a segno rapine a portavalori organizzate secondo un articolato schema operativo 'marcatamente paramilitare'. Dietro ogni assalto c'era un'accurata pianificazione, a cui partecipavano oltre una decina di persone con ruoli ben definiti in ogni fase dell'azione. Gli assalti finiti al centro dell'indagine sono stati eseguiti con auto, mezzi pesanti e mezzi d'opera provento di furti, consumati da fiancheggiatori dell'associazione. Nel corso delle azioni criminali sono state utilizzate armi di vario calibro, selezionate a seconda dell'obiettivo da colpire, tra le quali armi da guerra come i kalashnikov. Le indagini, condotte dalle Squadre Mobili di Bari e Foggia, in collaborazione con le Squadre di polizia giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale Puglia, sotto il coordinamento dello Sco della Dca, e dirette dalla procura di Foggia, sono partite da un assalto a un furgone portavalori messo a segno nel luglio 2020.
Sono 17 gli arrestati, tutti di estrazione cerignolana e barese, indiziati di appartenere o essere fiancheggiatori di una spietata associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di un numero non meglio precisato di delitti contro il patrimonio e in particolare di rapine pluriaggravate ai danni di furgoni portavalori, e quindi adibiti al trasporto di merce di ingente valore economico e dei reati fine di rapina in concorso, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi, anche da guerra, violenza privata e riciclaggio, ricettazioni e sequestro di persona. Le indagini hanno svelato che il gruppo criminale, prima di ogni assalto, compiva sopralluoghi e monitoraggio dei transiti dei veicoli da assaltare e preparava la scena del crimine, già alcune ore prima del colpo, attraverso il taglio o smontaggio di porzioni di guardrail, la predisposizione di catene e bidoni con chiodi a punta multipla, la collocazione dei mezzi da utilizzare per bloccare i veicoli blindati da assaltare, la chiusura del tratto stradale mediante il getto di chiodi a punta multipla e la frapposizione di mezzi pesanti e di veicoli provento di furto, ovvero di autovetture sottratte, con minaccia o violenza, ai viaggiatori in transito durante l'assalto, talvolta dandole alle fiamme per ostacolare o ritardare la reazione da parte delle forze di polizia.
Violenza e spregiudicatezza
Inoltre, è stato accertato l'impiego di jammers idonei a inibire le comunicazioni telefoniche, via radio e via web durante l'esecuzione di ciascun assalto, impedendo, di fatto, i contatti con le sale operative delle forze dell'ordine e delle ditte di trasporto, nonché il tracciamento Gps dei veicoli colpiti. Gli elementi di prova raccolti hanno fatto emergere un grave quadro indiziario a carico del gruppo criminale, particolarmente organizzato e capace di colpire obiettivi diversificati e posizionati ben oltre i confini territoriali di residenza, spesso in prossimità dei principali snodi logistici delle ditte, impegnate non solo nel trasporto di valori e Tle, ma anche di altre tipologie di merce. Tutti gli assalti sono stati caratterizzati da una particolare violenza e spregiudicatezza, esponendo a un rischio elevato tutte le vittime dirette e le persone presenti sul teatro dell'azione.
I complimenti dl ministro dell'Interno
"Complimenti alla Polizia di Stato per l'operazione condotta a Cerignola con il coordinamento della locale Procura che ha portato all'individuazione di alcuni soggetti ritenuti responsabili di assalti a furgoni portavalori", ha dichiarato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.
Il ministro ha inoltre sottolineato "l'impegno straordinario di magistratura e forze di polizia in tutta la provincia foggiana per contrastare l'aggressione criminale e ripristinare la legalità, dando una forte risposta alle richieste di sicurezza delle comunità locali".
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