"Sono ipotizzabili azioni dimostrative di modesto spessore di stampo brigatista, riconducibili a elementi determinati ad orientare politicamente le istanze più radicali della protesta, nonché a stimolare fenomeni emulativi e spinte aggregative nell’area di riferimento". È quanto si legge nella Relazione dell’Intelligence sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa al 2014 e trasmessa al Parlamento.
"Le realtà oltranziste d’ispirazione brigatista, tuttora contrassegnate -rilevano i servizi di sicurezza nella Relazione al Parlamento- da esiguità numerica e frammentazione interna, hanno continuato ad impegnarsi su programmi di lungo termine, volti alla
formazione di nuove forze rivoluzionarie, in linea con l’esperienza delle organizzazioni armate degli anni ’70-’80".
In questo senso, "specifico rilievo assumono i perduranti legami con gli irriducibili del circuito carcerario, tradizionali depositari dell’ortodossia ideologica. Alcuni di essi, convinti delle favorevoli opportunità offerte dalla difficile congiuntura economica, hanno elaborato documenti teorico-propagandistici che mirano a riproporre una lettura di classe - incentrata sulla storica contrapposizione tra lavoro e capitale - delle più significative manifestazioni di protesta sociale in atto. L’intento è di attualizzare la proposta rivoluzionaria, favorendo il passaggio delle lotte dal piano rivendicativo a quello di radicale sovvertimento del sistema costituito".
"Nel contempo -prosegue l’Intelligence italiana nella relazione, diffusa sul portale www.sicurezzanazionale.gov.it- circuiti internazionali attivi nella solidarietà ai prigionieri politici hanno proseguito nell’attività di pubblicazione e divulgazione di interventi a favore della lotta armata.
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