La pedofilia è un dramma diffuso e doloroso. Da"Spotlight" in poi, il tabù sui casi presenti nella Chiesa cattolica è rotto. Finalmente, bisognerebbe aggiungere.
Questo non toglie, però, che un certo tipo di narrativa sembra aver assunto un obiettivo specifico: dimostrare sensazionalisticamente il coinvolgimento di Ratzinger nell'occultamento di casi o magari in qualcosa di peggio. Dietro le reazioni allo scandalo di Ratisbona, per alcuni, invece, ci sarebbe un tentativo di intimidire Benedetto XVI, di farlo stare al suo posto, di evitare che si esprima in materia dottrinale. Un'operazione, insomma, che assumerebbe le sembianze di un ricatto. Storie complicate, tessute con reti difficilmente esplorabili per chi non ha accesso diretto al mondo Vaticano. Complotti più o meno emersi. Oppure, semplicemente, dati e statistiche. Come quelle che hanno visto Ratzinger affermarsi come il Papa più intollerante in materia di pedofilia.
Sì, perché se per la vulgata comune, Joseph Ratzinger è stato un Pontefice spesso associato a questo dramma strutturale, i numeri, almeno loro, raccontano qualcosa di diverso. La battaglia contro la pedofilia nella Chiesa ebbe inizio con Karol Wojtyla, quando nel 2003 convocò i vescovi americani durante una delle prime bufere, dichiarando pubblicamente: "Non c’è posto nel sacerdozio e nella vita religiosa per chi fa del male ai giovani". Ma se c'è un Papa che ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione in termini di trasparenza, questo è stato proprio Benedetto XVI. Per comprendere la vastità del fenomeno, basterebbe sottolineare come tra il 2011 ed il 2012, durante due anni del Pontificato di Ratzinger, vennero "spretati" 400 sacerdoti. Un record, riportato dall'Associated Press, all'interno di un documento più vasto con cui il Vaticano si difendeva dinanzi all'Onu sull'applicazione dellla Convenzione dei diritti del fanciullo.
Nel viaggio negli Stati Uniti nel 2008, Ratzinger prese la storica decisione di incontrare le vittime dei preti pedofili. Medesima cosa fece in Australia, a Malta e in Inghilterra. Nella lettera ai cattolici irlandesi, scrisse:" Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati... Da parte mia, considerando la gravità di queste colpe e la risposta spesso inadeguata ad esse riservata da parte delle autorità ecclesiastiche nel vostro Paese, ho deciso questa lettera Pastorale per esprimere la mia vicinanza a voi, e per proporvi un cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione".
Benedetto XVI, insomma, arrivò ad evidenziare le mancanze della Chiesa nell'affrontare la questione. Nel documento De Delictis gravioribus, poi, sono contenute le norme della Chiesa riguardanti i casi di pedofilia. Il testo porta la firma di Joseph Ratzinger e risale al 2001. Fu Giovanni Paolo II ad affidare all'allora Prefetto per la Congregazione della dottrina della fede la stesura delle normative in merito. Ma Joseph Ratzinger rimise le mani su quel documento quando, il 15 luglio del 2010, decise di allungare il termine di prescrizione previsto per questo genere di reati: da 10 a 20 anni. Un periodo di prescrizione per la pedofilia lungo, probabilmente non previsto in nessuno stato del mondo tranne in quello Vaticano. Un provvedimento, secondo alcuni, passato non senza difficoltà. E ancora, il 16 maggio 2011, venne pubblicata una Lettera Circolare della Congregazione per la dottrina della fede, missiva che si poneva lo scopo di delineare le modalità con cui affrontare casi di abusi sessuali nei confronti dei minori. Il testo diretto, alla Conferenze Episcopali, manco a dirlo, era opera del Pontificato di Ratzinger.
Tra i tanti casi emersi durante la presenza di Benedetto XVI al soglio di Pietro, il più rilevante, dal punto di vista mediatico, fu forse Marcial Maciel, fondatore della Congregazione dei Legionari di Cristo. Benedetto XVI provvide tempestivamente alla nomina di un Delegato sostitutivo. L'elenco di tutte le vicende affrontate da Ratzinger si trova qui: Gianni Gennari de La Stampa ha elencato tutte le volte che Ratzinger ha rimosso un prete, mettendo in evidenza "una sintesi allo scopo di “informare", in un mondo in cui la "disinformazione" pare trionfare ogni giorno sulle pagine “effimere” dei quotidiani, che sono effimeri già nella loro denominazione: "Ephemeris", in greco, vuol dire appunto qualcosa che dura una sola giornata, quindi effimero per natura". Cos'è successo a Ratisbona, cosa accade all'interno della Chiesa Cattolica, quali e quante sofferenze vengono inferte ai bambini o agli adolescenti, deve emergere con forza. E il caso di Spotlight resta una pietra miliare del giornalismo contemporaneo. Joseph Ratzinger, però, ha sempre richiesto che il diritto canonico venisse riformato in materia di pedofilia, specie al fine di inasprire le norme per i colpevoli. E' stato il Papa recordman per numero di "spretati" e uno dei primi, il secondo, ad ammettere pubblicamente le colpe della Chiesa in merito.
Quando denunciò la "sporcizia" presente nella Chiesa durante la via Crucis al Colosseo, poco prima del Conclave che lo avrebbe eletto Papa, iniziò un'opera di riforma che poi ha effettivamente continuato. Se dovesse esserci altro lo dimostrerà chi indaga, queste poche cose scritte qui sono pubbliche, ma quasi nessuno le scrive.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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