Standard e rete: sono le due parole chiave per offrire a tutti i cittadini - attraverso il sistema 118 - le stesse opportunità nel trasporto sanitario, ma sono anche i pre-requisiti per migliorare, non solo la tempestività e la qualità dei soccorsi o dei trasferimenti interospedalieri, ma anche per rendere più efficiente la logistica degli organi destinati ai trapianti. Un'attività che talvolta si accompagna a quella dello spostamento delle persone che devono ricevere nuovi organi.
Di questi temi si è discusso alla fine di aprile a un convegno organizzato a Briosco, una cittadina nella provincia di Monza e Brianza. Un evento promosso dall'Associazione di iniziativa parlamentare e legislativa per la salute e la prevenzione con il contributo non condizionante di Avionord, una compagnia aerea milanese qualificata per il trasporto di organi e relative equipe mediche. A discutere intorno al tavolo, c'erano responsabili dei servizi 118 di diverse regioni, medici e politici impegnati in vario modo sui temi della sanità. Da tutti un giudizio positivo su come, nel giro di poco più di due decenni, il 118 si sia trasformato da una somma di sistemi con risorse e procedure disomogenee - perfino tra province di una stessa regione - in un servizio sempre più interconnesso e sinergico su dimensione nazionale.
«Un'ulteriore riorganizzazione e un nuovo miglioramento del servizio - ha fatto notare Alberto Zoli, direttore generale Areu (Azienda regionale emergenza urgenza di Regione Lombardia) - ha fatto seguito all'ampliamento all'area sanitaria del numero unico d'emergenza europeo 112». Oggi il 112 può essere utilizzato per qualsiasi richiesta di intervento o informazioni: è l'operatore a indirizzare la chiamata alla forza dell'ordine o al servizio di soccorso più competente: per esempio al 118. Sempre Zoli, infine, ha fatto notare come, nel corso degli anni, il servizio 118 abbia aumentato il proprio ruolo nella rete trapiantologica, spesso coinvolgendo nelle missioni altre forze, come polizia o carabinieri. «Il 118 - ha precisato - è innanzitutto logistica».
Rapidità, collaborazione, sicurezza, ma allo stesso tempo anche efficienza, sono qualità che devono connotare il trasporto degli organi, dei tessuti, delle equipe mediche e a volte dei pazienti. «Perché - ha chiesto Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro nazionale trapianti - il trasporto è così importante nell'attività trapiantologica? Perché molto spesso le persone in attesa di organi e i loro donatori si trovano in ospedali, città o addirittura regioni o nazioni diverse. A ciò si aggiunge il fatto che tutto il ciclo espianto-trapianto deve svolgersi nell'arco di 12-24 ore e arriva a coinvolgere fino a 30 o 40 equipe differenti».
Una prima razionalizzazione su scala nazionale della logistica trapiantologica è stata realizzata nel 2006. Alla fine dello scorso marzo la Conferenza Stato-Regioni ha aggiornato la normativa «sul coordinamento dei trasporti connessi con le attività trapiantologiche» e definito i requisiti essenziali per l'affidamento del servizio di trasporto aereo di organi.
Alcuni criteri da prevedere nei capitolati delle gare d'appalto recepiscono le raccomandazioni dell'Ue per quanto concerne la qualità e la sicurezza del sistema. Tra le esigenze da rispettare figurano l'uso di contenitori specifici per gli organi e i tessuti registrati al ministero della Salute come specifici dispositivi medici, il mantenimento di temperature stabili, la perfusione degli organi con relativo monitoraggio e l'adozione di sistemi tecnologici di tracciabilità delle missioni.
Tra gli obiettivi che si potranno conseguire con l'applicazione di queste
norme, si segnalano il miglioramento del rapporto tra donatori potenziali e donatori reali, la riduzione del divario tra cittadini in termini di accessibilità alle eccellenze e la diminuzione delle liste d'attesa di trapianto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.