Jeff Bezos, proprietario di Amazon e terzo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 141,2 miliardi di dollari, è stato citato in giudizio da una domestica per discriminazione razziale.
Un brutto colpo per la reputazione di Bezos che fino ad oggi si era contraddistinto, oltre che per il successo delle sue aziende, anche per essere molto attivo nel mondo della beneficenza. Eppure, Mercedes Wedaa, donna di origine ispanica che ha lavorato nella villa del magnate a Seattle per tre anni, sostiene che non le è stato permesso entrare in casa per andare al bagno. Era costretta a uscire dalla finestra della lavanderia. Insomma, l'unico motivo per cui le era concesso entrare nell'abitazione era fare le pulizie. Immediate le smentite di Bezos. Il suo avvocato, Harry Korrel, ha liquidato la faccenda e le accuse con un breve ma molto chiaro "absurd". Questo, però, non ha fermato Mercedes la quale si è recata al tribunale statale, nella città dove ha sede l'azienda del commercio elettronico, e ha fatto un quadro piuttosto preciso della situazione in cui lei e diverse altre persone erano costrette a lavorare.
A differenza dei dipendenti bianchi, a tutto il personale di origine ispanica non sarebbe mai stato concesso il recarsi alla toilette. Nonostante facessero turni di lavoro anche di 14 ore senza pause e luoghi in cui consumare i pasti, con la lavanderia che diventava una mensa. Non sarebbe solo Mercedes, assunta da Bezos nel 2019, a lamentarsi e denunciare i comportamenti. Le collaboratrici sarebbero almeno altre cinque. I racconti descrivono il magnate come un uomo "aggressivo e offensivo" nei confronti di tutte, mentre, riporta La Nazione, con gli altri a servizio (bianchi) sarebbe sempre stato educato e rispettoso. "Per 18 mesi l'unico modo di andare in bagno era arrampicarsi fuori dalla finestra della lavanderia, correre verso i garage e farla lì al piano di sotto", racconta Mercedes. Stando alle accuse, sarebbe stato un pericolo per la salute perché, si legge nelle accuse: "le governanti hanno spesso contratto infezioni alle vie urinarie". Non solo Bezos è stato citato in giudizio ma anche le due società che si occupano delle sue proprietà: Zefram e Nortwiestern. La replica dell'avvocato del proprietario di Amazon è stata: "Mrs Wedaa poteva disporre liberamente delle proprie pause e dei pasti e c'erano a sua disposizione tutti i bagni di cui aveva bisogno".
Visto il racconto della signora Weeda in cui viene sottolineata questa
malcelata antipatia nei confronti degli ispanici da parte di Jeff Bezos, fa certamente sorridere che il proprietario di Amazon, dopo aver divorziato da Mackenzie Scotto, si sia risposato con Lauren Sanchez, di origine messicana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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