Da mesi non vivono più in Italia eppure sono ancora "aiutati" dallo Stato con il reddito di cittadinanza, il provvedimento tanto caro al M5s che in questi lunghi mesi non ha, però, prodotto i risultati sperati.
A denunciare i "furbetti" che hanno continuato a intascare i soldi nonostante siano lontani dal nostro Paese è il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, dopo alcune verifiche che lui stesso ha svolto in prima persona. Il primo cittadino ha ricordato che il "reddito di cittadinanza era nato per aiutare chi aveva bisogno di lavorare" ed invece si è rivelato "uno strumento utilizzato da molti furbetti che vogliono incassare soldi senza fare nulla". Di Stefano ha sottolineato che se è vero che non tutti si comportano così, ci sono molti che "se ne approfittano, sottraendo risorse a chi davvero ne ha bisogno, con la complicità anche del governo".
I numeri resi pubblici dal sindaco sono chiari. "Tra i primi 48 percettori del reddito di cittadinanza chiamati dal Comune per i colloqui psicoattitudinali, 30 hanno aderito ai progetti di utilità collettiva messi a punto dall'amministrazione", ha fatto sapere il primo cittadino che nelle scorse settimane aveva studiato una serie di progetti per impiegare i percettori del reddito di cittadinanza.
Il resto, quindi altre 18 soggetti, "non hanno risposto o non si sono resi disponibili. Praticamente il 38% delle persone contattate", ha continuato Di Stefano che ha poi spiegato come abbia lui stesso verificato personalmente i fascicoli di ognuno di questi soggetti: "Si tratta principalmente di stranieri che non sono più sul nostro territorio nazionale e sono spariti, ma intanto hanno preso il sussidio per mesi. Altri ancora ci rispondono che non possono venire perché impegnati e vorrebbero l’appuntamento fuori dall’orario di lavoro".
A Sesto San Giovanni i primi percettori del reddito di cittadinanza hanno iniziato a ricevere il sussidio nel luglio 2019 mentre il governo solo a settembre 2020 ha attivato la piattaforma Gepi per attivare i Puc, ovvero i progetti utili alla collettività che il Comune ha provveduto a stilare. Tra questi vi sono, ad esempio, i lavori per la raccolta delle foglie, il supporto fuori dalle scuole e dal punto tampone drive-in per garantire il distanziamento sociale, la sistemazione degli archivi e la pulizia dei giardini.
Il sindaco non nasconde la sua amarezza per la situazione tanto che ha evidenziato come sia palese "che questo 38% sottrae risorse a chi ne ha veramente bisogno". Ma la cosa non finirà nel dimenticatoio. Il primo cittadino ha garantito che questi soggwtti sono stati segnalati "affinché venga immediatamente interrotto il loro sussidio".
Di Stefano ha poi lanciato un affondo contro l’esecutivo: "Immaginiamoci in tutta Italia quanti soggetti se ne approfittano per prendere soldi senza fare nulla, con la complicità di un governo assolutamente incapace".
Il sindaco, infine, si è rivolto direttamente ai soggetti che stanno usufruendo del reddito di cittadinanza senza avere più titolo ricordando che non solo stanno "fregando la legge" ma stanno "anche togliendo risorse a chi ne ha veramente bisogno".
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