Arrestato il comandante della polizia locale di Lavena Ponte Tresa (Varese). L’accusa è di corruzione. Pasti, borsoni zeppi di generi alimentari, perfino vacanze all’estero. L’uomo, eloquentemente soprannominato "il mangione", riceveva, secondo le ipotesi investigative, parecchi “doni” da ambulanti e commercianti in cambio di favori.
Frutta e verdura potevano fargli chiudere un occhio in caso di irregolarità nell’occupazione di aree pubbliche in occasione del mercato settimanale. Un pranzo gratis poteva accelerare il disbrigo di qualche pratica amministrativa.
E’ stata la compagnia della guardia di finanza di Luino ad eseguire nei confronti del capo dei vigili l’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dall’ufficio del gip del Tribunale di Varese su richiesta della locale procura della Repubblica. Altre quattro persone inoltre sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il reato di corruzione.
Le attività investigative, svolte mediante l’acquisizione di documentazione amministrativa e contabile tipiche della polizia economico-finanziaria, indagini tecniche, appostamenti e pedinamenti, hanno permesso di porre fine a ipotesi corruttive che, secondo quanto riferiscono le Fiamme gialle, duravano da anni.
Secondo gli inquirenti, il pubblico ufficiale avrebbe sfruttato il ruolo ricoperto come una posizione di potere in favore di commercianti e ambulanti. A questi ultimi il comandante della polizia locale avrebbe evitato di contestare diverse violazioni in cambio di beni materiali e di consumo che gli venivano ceduti gratuitamente.
Il pubblico funzionario infedele, in particolare, si sarebbe prestato a piegare la propria funzione al servizio di commercianti di etnia straniera. Per questi ultimi, “il mangione” era diventato un vero e proprio punto di riferimento, anche per il disbrigo di pratiche amministrative. A tale scopo avrebbe organizzando anche riunioni nel proprio ufficio ricevendo in cambio la sistematica somministrazione di pasti gratuiti.
Non solo.
Il numero uno della polizia locale, in occasione del mercato settimanale, si sarebbe prestato a controlli meno rigidi nei confronti degli ambulanti a lui “vicini”, omettendo di rilevare diverse irregolarità nell’occupazione delle aree pubbliche. Anche in questo caso lo faceva in cambio di prodotti messi in vendita dagli stessi commercianti. A fargli “chiudere gli occhi” sarebbero stati il prelievo in maniera sistematica e gratuita di interi borsoni di prodotti alimentari e perfino vacanze gratis all’estero.
Nei confronti degli ambulanti che non si prestavano a simili condotte invece i
controlli erano più rigorosi.“Attendiamo sereni lo sviluppo delle indagini, nel rispetto del corso della giustizia” ha dichiaratocomandante il sindaco di Lavena Ponte Tresa, l'architetto Massimo Mastromarino.
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