Reggio Emilia, lezioni di sesso anale a studenti di 15 anni

Distribuito un volantino con toni espliciti e un linguaggio non certo scientifico che spiega come prevenire le malattie sessualmente trasmissibili

Reggio Emilia, lezioni di sesso anale a studenti di 15 anni

Nel tranquillo paese di Castelnovo ne' Monti, immerso nel verde dell'incantevole Appennino reggiano, tutto vi aspettereste di trovare meno che un caposaldo dell'educazione sessuale all'avanguardia dedicata a ragazzini appena adolescenti.

Eppure il centro emiliano è in questi giorni al centro di polemiche infuocate per la decisione dell'istituto superiore Cattaneo-Dall'Aglio di distribuire tra gli studenti del secondo anno (ragazzini, ricordiamolo, di appena quindici anni) un opuscolo sulle infezioni sessualmente trasmissibili, con espliciti riferimenti al sesso anale. Il tutto al termine di un incontro sull'omofobia con i rappresentanti dell'Arcigay di Reggio Emilia.

Come racconta Libero, il pieghevole "Safer Sex Hiv" offre informazioni con tono molto esplicito e "atteggiamento morboso" su svariate pratiche sessuali - tra cui, appunto, il sesso anale - presentate come acquisite e familiari, persino a ragazzi di quell'età.

Tutto è molto chiaro, ogni modalità per evitare le infezioni che le varie malattie possono causare è descritta nei dettagli: per prevenire la sifilide è bene usare "usare un preservativo con un’adeguata dose di lubrificante a base d’acqua", mentre contro l'epatite A si consiglia "un preservativo tagliato a metà". Dai rischi dell'epatite B, invece, dovrebbe garantire l'apposito vaccino: "La vaccinazione contro l’epatite B è gratis per i gay. Basta che tu dica al medico di essere gay".

Dulcis in fundo la gonorrea, contro cui ci si difende utilizzando "un guanto in lattice per la penetrazione" ed evitando "lo scambio di giocattoli erotici". Oltre, naturalmente, alle solite informazioni sull'Hiv.

Libero riferisce addirittura che il contenuto della seconda parte del volantino, contenente "frasi ai limiti della volgarità e descrizioni di rapporti sessuali le cui finalità educative sfuggono", non è riportabile "per ragioni di decenza".

Del resto è lo stesso segretario nazionale di Arcigay, Michele Breveglieri, a spiegare le ragioni di una scelta controversa: "Abbiamo preferito adottare il linguaggio corrente, quello che usano i ragazzi. Quando si parla di sesso, troppo spesso si ricorre a espressioni idealizzate o medicalizzate".

La preside dell'istituto ha affermato di non essere stata informata dell'iniziativa, ma dalla sezione reggiana dell'Arcigay affermano che all'incontro erano presenti cinque professori, "che hanno fatto i complimenti agli

organizzatori".

Oltre a quello dei docenti, però, sarebbe interessante ascoltare anche il parere dei ragazzi e dei loro genitori. Per sapere cosa ne pensano di un'iniziativa che qualcuno, ancora, continua a ritenere discutibile.

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