Era l’8 giugno dello scorso anno quando un signore romeno di 63 anni, alzò la voce e le mani contro la propria compagna, una connazionale di 43 anni. Ma non solo: l’uomo le puntò un coltello al volto, la minacciò e ne abusò sessualmente, sequestrandola all’interno di una roulotte per l’intera nottata, a Vimercate. L’incubo per la donna termina all’alba, quando i carabinieri – allertati dalla figlia – arrivano sul posto, arrestando il violento stupratore. Giunti all’interno della roulotte, i militari trovarono la 43enne in stato di choc e con il corpo cosparso di lividi ed ecchimosi; soccorsa e portata in ospedale, i medici confermarono le violenze sessuali, oltre a una fattura al palato.
È lo stupro di Vimercate, di cui si è tanto parlato e scritto all’epoca dei fatti. Per l’orrore commesso il 63enne fu condannato dal Tribunale di Monza a scontare una pena di cinque anni di galera nel penitenziario cittadino per i reati commessi di maltrattamenti, sequestro di persona e violenze sessuale.
Oggi, a poco più di un anno di distanza dai fatti, i giudici della Corte di Appello di Milano hanno deciso a sorpresa di ridurre la condanna allo stupratore romeno responsabili di tali violenze.
In sostanza, le toghe meneghine della Corte di Appello hanno considerato eccessivi i sessanta mesi di galera, riducendoli a cinquantadue, con uno sconto sulla pena di ben otto mesi. Perché? Secondo i giudici milanesi l'uomo era esasperato dalla condotta eccessivamente disinvolta della donna. Nel verdetto, infatti, come riportato dal Corriere della Sera, si legge di una "contesto familiare degradato e caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini".
Il Corsera, dunque, riporta anche l’estratto di un documento della difesa che – sulla base della condotta dell’uomo in cella – presenta l’imputato come un "soggetto mite e forse esasperato dalla condotta troppo disinvolta della convivente, che aveva passivamente subìto sino a quel momento […] Se certo non attenua la responsabilità è tuttavia indice di una più scarsa intensità del dolo, e della condizione di degrado in cui viveva la coppia". E così, sostenendo una "eccessività del trattamento sanzionatorio", le toghe hanno scelto di ridurne la permanenza in prigione.
La notte delle violenze
L’ira del 63enne esplode tra l’8 e il 9 giugno 2019 in quel di Vimercate, quando rimprovera la compagna di averla tradita più volte con più uomini conosciuti online, sui social network come Facebook.
In breve tempo si passa dalle parole alle mani: minacce di morte e una lama puntata al viso. Quindi le percosse, i pugni e i calci e il sequestro e lo stupro all’interno di una roulotte per tutta la notte. L’arrivo degli uomini dell’Arma salvò la vita alla donna e assicurò alla giustizia lo stupratore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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