"Un certo numero di interlocuzioni e di comunicazioni ha avuto delle inefficienze e interferenze". È il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, a tornare sul tema dell'allarme lanciato dall'hotel Rigopiano, che già con alcune mail inviate prima del disastro faceva sapere che i telefoni erano fuori servizio, la neve molto alta e il gasolio per il gruppo elettrogeno vicino all'esaurimento.
"I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto", scrivevano dall'albergo, in una e-mail pubblicata dal quotidiano abruzzese Il Centro.
"Tutto il tema delle comunicazioni, sia telefoniche che mail, whatsappa, de visu ecc, e dell'individuazione dei soggetti, è importante nell'ambito della ricostruzione degli eventi", dice ora il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, facendo il punto della situazione, ma aggiungendo anche che "non tutte queste inefficienze tuttavia appaiono causalmente rilevanti".
Non c'è però solo la mail ad aprire il tema dei ritardi ma anche una telefonata via WhatsApp, che Quintino Marcella, titolare di un ristorante a Silvi, ricevette dal cuoco, che con la famiglia era in vacanza all'albergo Rigopiano di Farindola. La prima richiesta d'aiuto, presa sul serio soltanto dopo due ore.
La procura lo riconosce: "Che ci siano state disfunzioni e ritardi nel
recepire l'importanza di una comunicazione telefonica è un fatto", ma il resto è tutto da vedere. "Che questa sottovalutazione abbia avuto una relazione causale nell'efficacia delle operazioni di soccorso non è così certo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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