"Avvicinare le nuove generazioni al vino, puntare sui giovani". Antonello Maietta, presidente dell'Associazione Italiana Sommelier (Ais), la più grande realtà comunicativa del vino esistente al mondo con oltre 36mila soci, ha un'idea chiara su come rilanciare il settore vinicolo.
Un settore che riflette l'economia generale italiana: un grandissimo export ma un crollo della domanda interna. Quanto può reggere con questa sperequazione?
"C'è una criticità che era abbastanza prevedibile, nell'arco di una ventina d'anni si sono dimezzati i consumi nel mercato interno, il tutto oggi accentuato dal periodo di crisi soprattutto per la fascia medio-alta. Era un trand al ribasso prevedibile perché sono cambiate le occasioni di consumo, una volta si beveva il classico vino a pacco, c'era un fattore di aggregazione, ora la cena non è più socializzante".
Cosa può rappresentare un'inversione di tendenza?
"Noi stiamo puntando sul fatto di avvicinare le nuove generazioni al vino, c'è una generazione che non lo conosce, il 25% dei nostri associati che frequenta i corsi appartiene alla fascia under 30. Puntando su questa fascia di mercato possiamo risalire la china e allargare l'utenza".
Senza dimenticare però il consumo responsabile.
"Certo. C'è molto interesse a scoprire il vino in una chiave diversa, non più il vino come un energizzante o per lo sballo. Il vino è cultura, noi insegniamo i territori, le storie che ci sono dietro e i ragazzi rimangono affascinati. Non è più solo un fatto organolettico, le nostre lezioni sono non solo di assaggio di vino ma anche di storia dei territori, è una chiave di lettura interessante e piacevole".
Il vino è spesso sul banco degli imputati per le stragi del sabato sera. C'è chi ha proposto di mettere sulle bottiglie la stessa scritta che c'è sulle sigarette "Nuoce gravemente alla salute". Cosa ne pensa?
"Le statistiche dicono che nelle stragi del sabato sera si parla generalmente di alcol e io non credo che i ragazzi arrivino a sballarsi con una sana bottiglia di vino. Poi certo, il vino non è una medicina, ma basta rispettare le giuste quantità".
C'è qualcosa che può fare o non ha fatto il governo per questo settore?
"Manca un po' di comunicazione, e va fatta nelle scuole ma non solo in quelle di settore".
Il maggiore ostacolo riscontrato?
"La maggiore difficoltà è il frazionamento che, se da un lato è la bellezza del settore vino in Italia perché in ogni regione abbiamo vitigni e c'è un pullulare di aziende agricole, dall'altro lato rappresenta una criticità perché le aziende non fanno sistema tra di loro e se riuscissero a convogliare queste risorse si farebbe un passo avanti".
Lunedì 23 giugno i 36mila soci dell'Ais voteranno per il rinnovo delle cariche.
Con che spirito va al voto la più grande realtà comunicativa del vino esistente al mondo?"Con tranquillità, siamo una associazione sana, nei valori e nei principi, le elezioni sono sempre un momento un po' più critico, ma c'è molta serenità e, per restare in tema, sobrietà".
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