L'attività di spionaggio andava avanti da quattro anni. L'ingegnere nucleare Giulio Occhionero, e sua sorella Maria Francesca, arrestati ieri dalla polizia postale, avrebbero fatto intrusioni telematiche su circa 18mila utenze, tra politici, manager e personalità di spicco delle istituzioni. Tra i controllati anche Mario Draghi, prsidente della Bce, l'ex premier Mario Monti e il cardinale Gianfranco Ravasi. Le spie avrebbero tentato anche di insinuarsi nei sistemi informatici di Matteo Renzi, ai tempi in cui era presidente del Consiglio.
Il giorno dopo i clamorosi arresti salta la prima testa. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha disposto l'avvicendamento di Roberto Di Legami dall'incarico di direttore del Servizio polizia postale e delle Comunicazioni. Tra le cause della decisione ci sarebbe una sottovalutazione dell'operazione "Eye Piramid", che ha consentito di smantellare la rete di cyberspionaggio. Al dirigente si imputa il fatto di non aver informato adeguatamente il dipartimento di pubblica sicurezza sulla reale portata dell'indagine. A Di Legami sarà assegnato un nuovo incarico.
Ma quali erano i fini che muovevano i fratelli Occhionero? Ancora presto per dirlo con esattezza. Secondo Ivano Gabrielli, dirigente del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, l'obiettivo era "l’informazione in sé. L’accumulo di una mole eccezionale di dati da usare a proprio vantaggio. Per lo più, probabilmente, nell’ambito di quel mondo economico e finanziario che è poi quello di riferimento dei due indagati". ,
"Siamo in presenza - sottolinea Gabrielli - di una infezione di massa a livello informatico propagata attraverso email strutturate ad hoc e prese da apposite rubriche: non si tratta, in sostanza, del banale phishing di cui tutti quotidianamente possiamo essere vittime, ma di un livello decisamente superiore. In sostanza, vengono carpiti indirizzi di posta elettronica, soprattutto di studi legali e professionali, in grado di apparire affidabili agli occhi della vittima. E da questi indirizzi partono i tentativi di infezione". Risultato? "Con l’aiuto di un malware particolarmente raffinato, periodicamente aggiornato, viene preso l’assoluto controllo di tutte le attività della macchina ’infettatà, compreso quanto viene digitato sulla tastiera. È quello che in gergo viene chiamato pc zombie, completamente controllato da remoto" . Secondo gli investigatori, i pc colpiti dall’organizzazione sono circa 18mila: impressionante la quantità di materiale che ora dovrà essere analizzato dai tecnici, soprattutto i file immagazzinati sui server più grandi, quelli negli Usa. Per saperne di più bisognerà aspettare i risultati della rogatoria internazionale.
I due fratelli si difendono: "Mai acquisito dati privati"
"Nessuna attività di spionaggio. Il mio assistito i server all’estero li aveva per motivi di lavoro", ha detto l’avvocato Stefano Parretta, difensore di Giulio Occhionero, poco prima di entrare nel carcere di Regina Coeli dove è previsto l’interrogatorio di garanzia dell’ingegnere. "Giulio Occhionero risponderà alle domande del gip, ha cose da chiarire: questa è una vicenda ancora tutta da scrivere e lui nega di aver fatto alcunchè di illecito", ha aggiunto il penalista.
n "Non abbiamo mai carpito dati riservati sul conto di terze persone né svolto attività di spionaggio - dichiarano al gip Giulio e Francesca Maria Occhionro -. Quegli indirizzi mail oggetto di contestazione sono pubblici e alla portata di tutti e non c’è alcuna prova di evidenza di una sottrazione di dati da parte nostra".
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