Il manifesto anti-aborto di CitizenGo, quello apparso a Roma durante questa settimana, è destinato alla rimozione. I cartelloni affissi per le vie della Capitale risultano essere cinquanta.
L'organizzazione già parla di "censura" e di nuova campagna di sensibilizzazione. CitizenGo non molla e prepara il terreno per le iniziative future."Alla fine - scrivono gli attivisti pro life in una nota stampa - è giunta la censura. Roma Capitale ha notificato ieri sera la "diffida" alla società concessionaria per la rimozione della campagna #stopaborto di CitizenGo, appellandosi al comma 2 dell'art.12 del Regolamento della Pubblicità...". Il cartellone aveva un contenuto forte e provocatorio. Lo scopo era quello di sensibilizzare la popolazione sul numero degli aborti effettutati in Italia ogni anno. L'associazione dell'aborto con il drammatico tema del femminicidio, però, aveva sollevato un polverone di polemiche. Il tutto a pochi giorni dall' anniversario dell'entrata in vigore della legge 194.
Monica Cirinnà, una rete femminista e altri esponenti ascrivibili alla categoria politica del centrosinistra avevano criticato l'iniziativa. Il politico del Pd ha parlato di "orribile campagna". "L'aborto - recitava il manifesto contestato - è la prima causa di femminicidio". Rebel Network aveva chiesto al sindaco pentastellato Virginia Raggi di procedere con la rimozione. L'accento è stato posto sulla "libertà di scelta" delle donne. I diritti individuali, insomma, sarebbero stati messi in discussione. Anche la Cgil era intevenuta sostenendo che il manifesto attaccasse la libertà di scelta delle donne.
L'associazone pro family fondata in Spagna insiste: sono pronti altri manifesti, sempre con una scritta recitante #stopaborto. Questa volta la giornata individuata è il 17 maggio, quella dedicata al contrasto dell'omofobia. Dovrebbero comparire cartelloni ritraenti una coppia eterosessuale che attende l'arrivo di un figlio. Lo slogan? "I diritti civili nascono nel grembo materno". Difficile non immaginare le reazioni a questa seconda campagna choc, così come viene definita dai contrari. Una sorta di "guerra dei manifesti" sta interessando il belpaese in questi mesi. CitizenGo ha già fatto parlare di sè per il "bus della libertà", un camion che ha girato le piazze d'Italia, non senza qualche difficoltà, per contestare la presenza dell'ideologia gender nelle scuole d'Italia.
Il coordinatore Filippo Savarese, secondo quanto si legge su Avvenire, ha parlato di "libertà di essere informati sulla realtà dell'aborto"
e di "uccisione" di "migliaia di innocenti". In Italia, secondo questi dati, avvengono 185 interruzioni di gravidanza ogni mille nati. Il tema, così come avviene da un cinquantennio almeno, è destinato a far discutere ancora.
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