La propaganda no-vax è riuscita a trasformare il professor Massimo Galli in un antivaccinista. Il che, è come far credere che un pompiere si sia d'improvviso scoperto piromane. Tutto merito (anzi, demerito) di una mistificazione operata su alcune recenti dichiarazioni dell'ex primario infettivologo, che in un'intervista aveva raccontato la propria esperienza con gli strascichi del Covid. Ai no-scienza è bastato modificare e decontestualizzare le affermazioni del medico milanese per far scattare le fake news. Così, su alcuni blog e altrettante chat sono iniziate a circolare alcune fuorvianti asserzioni attribuite al professore.
"Sto male da mesi, potrebbe essere un problema causato dal vaccino. Devo rivedere le mie convinzioni", si legge ad esempio in uno dei tanti virgolettati estrapolati e messi in bocca a Galli, di colpo fatto passare come un novello no-vax. Il tenore sensazionalistico di quelle frasi ha fatto sì che, sui social, il professore venisse trasformato in un pentito dei vaccini, pronto a rinnegare la scienza da lui stesso sostenuta in un'intera carriera professionale e di studi. Ovviamente, come accennato, in pasto alla rete era stata data una bufala, come si può evincere dalle originali dichiarazioni rilasciate dall'infettivologo in un'intervista a Panorama dell'8 giugno scorso.
Sul settimanale, il professore raccontava i sintomi che ancora accusava a mesi di distanza dal suo contagio, avvenuto a inizio anno. "Ci sono così tanti sintomi che viene il dubbio se considerare tutto questo come long Covid. Alcuni di questi potrebbero essere stati innescati dalle vaccinazioni", sosteneva Galli, secondo quanto riportato, utilizzando una forma dubitativa rispetto a una materia che è oggetto di costante approfondimento. L'infettivologo, insomma, poneva una questione importante senza però lasciar trasparire alcun revisionismo. La sua osservazione sulle convizioni da rivalutare non era infatti riferita direttamente ai vaccini, come invece fatto credere dai no-scienza.
"Sulle base dei dati che potevano essere disponibili, molte di queste sintomatologie sembravano fenomeni psicosomatici. Ora che pure io sono direttamente coinvolto, devo riconsiderare alcune convinzioni", aveva piuttosto affermato l'infettivologo su Panorama, riferendosi alla natura delle sintomatologie post-Covid. Nessuna rivelazione anti-vaccino, dunque. Anzi, nella medesima intervista il professore osservava: "Non c'è certezza sulla base dei dati attuali. Anche se penso che sintomi da long Covid siano minori sui vaccinati". Ma di questa parte non vi è traccia nelle chat degli antivaccinisti e nei titoli roboanti fatti rimbalzare sui social.
In una più recente intervista rilasciata a Fanpage, poi, Galli auspicava lo sviluppo di "un vaccino nuovo e adeguato" per far fronte alle possibili varianti del Covid, anche in vista della stagione autunnale. E nei giorni scorsi, a Tgcom24, il professore aveva spiegato: "La minore patogenicità delle ultime varianti Omicron è anche legata al fatto che abbiamo tantissima gente vaccinata". Altro che ripensamento sul ruolo delle vaccinazioni.
Vaccini, il prof Galli: "Nessun mio cambio di rotta"
Chiamato in causa sul fragore di quelle sue finte dichiarazioni, è stato poi lo stesso professore a far chiarezza - una volta per tutte - sulla assurda vicenda. "Non c'è stato nessun 'cambio di rotta' da parte mia rispetto all'importanza della vaccinazione anti-Covid nel contrasto alla pandemia. Un'importanza certificata dalla scienza", ha ribadito l'infettivologo, smentendo ogni differente interpretazione delle sue parole.
E ancora: "Eventuali valutazioni sull'opportunità di somministrare il vaccino in persone con problemi di Long Covid, che potrebbero avere impatto sulla loro risposta immunitaria, attengono a riflessioni cliniche, sul singolo paziente, che non mettono in discussione in alcun modo la mia convinta adesione alla strategia vaccinale". A scanso di equivoci, Galli ha infine parlato di "libere interpretazioni, molto strumentali" circolate sul suo conto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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