"Il pianoforte, il video di Grillo e Draghi: adesso vi dico tutto..."

Intervista a Roby Facchinetti, cantautore bergamasco: "Gli assembramenti in piazza Duomo mi hanno fatto accapponare la pelle. Ma come si fa?"

"Il pianoforte, il video di Grillo e Draghi: adesso vi dico tutto..."

“Le immagini di quegli assembramenti a Piazza Duomo di domenica scorsa mi hanno fatto accapponare la pelle”. Roby Facchinetti, cantautore e tastierista dei mitici Pooh, è nato e cresciuto a Bergamo. Ha un amore viscerale nei confronti della sua città a cui ha dedicato, dopo la prima ondata, una canzone: ‘Rinascerò, rinascerai’. Ed è proprio questo legame che oggi - forse - lo rende allergico ai comportamenti estremamente indulgenti nei confronti del virus. “Abbiamo vissuto un dramma doloroso, travolgente, persino difficile da spiegare”. Alcuni amici di Facchinetti sono morti e il dolore per le oltre sei mila vittime bergamasche rappresenta ancora un colpo al cuore.

Cosa ha pensato quando ha visto i festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter?

“Non ci potevo credere. Non avrei mai potuto immaginare che dopo così tanto tempo e così tante perdite, la gente potesse comportarsi senza rispettare alcuna regola. Ci sono però anche delle serie responsabilità politiche”.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, sarebbe dovuto intervenire?

“Non c’è dubbio. Mi sarei aspettato anche che qualcuno di importante, Zanetti per dirne uno, si alzasse e dicesse: calma, oggi si festeggia a casa!”.

E invece nulla…

“E io mi chiedo davvero come sia potuto accadere. I ragazzi che il pomeriggio stavano in piazza Duomo, la sera poi sono tornati a casa dai loro nonni… questo è il motivo del perché io ho sempre avuto una mia idea sulle vaccinazioni”.

E cioè?

“Avrei vaccinato prima i più giovani perché sono soprattutto loro che portano il Covid in casa. E solo dopo i più anziani… La leggerezza di pochi in questi mesi ha finito per compromettere la normalità di tutti. Speriamo non accada di nuovo”.

È stata soprattutto colpa dei più giovani?

“Ai giovani molto spesso è mancato il senso di responsabilità. Ma non è solo colpa loro ovviamente. Gli italiani in generale sono ingovernabili. Ognuno pensa sempre al proprio interesse particolare”.

E la politica come si è comportata?

“Ci sono stati diversi errori anche da parte della politica, non c’è dubbio. Ma bisogna ammettere che non sarebbe stato facile per nessuno governare durante questa pandemia”.

Che idea si è fatto di Conte?

“È stato molto criticato, ma io credo sia stato bravo. È andato avanti per la sua strada e poi chiunque al suo posto avrebbe commesso gli stessi sbagli, forse anche peggio… Non mi pare che gli altri Paesi, come gli Stati Uniti e l’Inghilterra, siano andati tanto meglio dell’Italia”.

Non l’avrebbe quindi sostituito a Palazzo Chigi?

“Beh, Draghi è una persona autorevole, trasmette fiducia. Siamo in buone mani poi certo chiunque può sbagliare, anche Draghi. Ma credo si stia muovendo molto bene”.

Anche sul capitolo riaperture?

“Alcune restrizioni sono necessarie. E guardi che mia figlia ha un’attività e quindi so benissimo cosa stanno passando tutti i piccoli imprenditori. Non è semplice trovare la quadratura del cerchio. Bisognerà arrivare al giusto equilibrio e scegliere il male minore. Nel settore dello spettacolo, per esempio, il coprifuoco alle 22 impedisce qualsiasi concerto”.

E quindi come si fa?

“Bisognerà spostare il coprifuoco almeno di una, due ore. L’importante però è che la gente non pecchi di leggerezza. Abbiamo sofferto troppo”.

Quanto l’ha segnata il dramma che ha vissuto la sua città?

“Non ha idea. Il suono delle ambulanze sotto casa, non a diecimila chilometri; le immagini di quei carri dell’esercito che trasportano le bare sono ricordi che non dimenticherò mai. Nessuno ha capito davvero che cosa stesse accadendo”.

Lei come ha reagito?

“Mi sono rifugiato al pianoforte. Suonavo per sentire meno il dolore e senza volerlo ho composto una melodia che sprigionava qualcosa di positivo. In un momento così buio quella melodia trasmetteva vita, speranza…”.

Così è nata ‘Rinascerò, Rinascerai’?

“Sì. Ho chiamato Stefano (D’Orazio, storico batterista dei Pooh, scomparso prematuramente proprio a causa delle complicanze del virus lo scorso novembre, ndr) e gli ho detto: aiutami a scrivere un testo. È uscita una canzone che in poche ore ha raggiunto ogni angolo del mondo. È la dimostrazione di quanto può essere potente la musica”.

Soprattutto quella dei Pooh…

“Noi siamo stati spettatori e protagonisti di una rivoluzione musicale che ha cambiato le abitudini degli italiani. I ragazzi degli anni ’60 e ’70 hanno capito che potevano dire la loro e farsi ascoltare attraverso la musica. Oggi invece tutto si è impoverito”.

Da cosa dipende?

“Quando ero ragazzo io c’erano tre cose: l’oratorio, il pallone e la scuola. Ora gli stimoli si sono moltiplicati e così i giovani vogliono fare tutto, ma finiscono per non fare nulla. Mio nonno mi diceva sempre: cerca di fare sempre meglio la cosa che pensi e credi di saper fare”.

E lei ha cantato… qual è la canzone a cui è più legato?

“Da compositore sicuramente Parsifal. È un brano del ’73 che ha dato ai Pooh la possibilità di aprirsi a nuove possibilità, altre sfaccettature”.

Ritornano sempre gli anni ’70…

“Beh, come canta Renato Zero ‘i migliori anni della nostra vita’… e poi non è un caso che quello sia stato il periodo che ha portato grandi conquiste e cambiamenti”.

Sono stati però anche anni controversi…

Alcune cose alla fine hanno solo distrutto, ma molte altre invece hanno costruito…”.

Per esempio?

“Prenda il caso delle donne. I diritti che hanno conquistato derivano soprattutto da quegli anni”.

Ancora oggi il tema dei diritti è centrale nel dibattito pubblico. Sono però cambiati i destinatari: mi riferisco agli omosessuali…

“Mi sono già espresso pubblicamente sul ddl Zan. Ripeto: sono assolutamente favorevole. C’è bisogno di una legge che tuteli oltre all’aggressione fisica anche un altro tipo di aggressione, quella relativa alla libertà di scelta di ognuno. Nel 2021 chiunque ha il diritto di essere quello che ha deciso di essere. Questo aspetto viene sottolineato troppo poco”.

Musica, politica, diritti, ma lei è anche padre di cinque figli… che ne pensa del video di Beppe Grillo?

“Da padre lo capisco. È difficile non credere a tuo figlio ed è naturale che abbia preso le sue difese”.

E da politico?

“Da politico molto meno.

Il suo essere padre ha travolto tutto il resto. Si è visto che gli è partito un ‘charter di emboli’, ma uno sfogo così avrebbe potuto farlo al bar, non certo in un video che hanno visto migliaia di persone. Si sarebbe dovuto controllare, non c'è dubbio”.

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