Rom rubano al supermercato sfruttando anche i figli, fermate 3 donne

Le indagini sono partite grazie alla denuncia dell’amministratore delegato del Maury’s di Bastia Umbra: per il supermercato ingenti perdite negli anni, almeno 300-400 euro al giorno. Dipendenti minacciati dalle donne, le quali danneggiavano le loro auto per intimorirli ulteriormente

Rom rubano al supermercato sfruttando anche i figli, fermate 3 donne

Grazie agli agenti del commissariato di Assisi è stata fermata finalmente la banda di donne rom che non si facevano alcuno scrupolo ad usare bambini per compiere i loro furti all’interno dei supermercati. Nessun problema neppure a portare con sé dei neonati, così da poter utilizzare coperte, vestiti e passeggini come ulteriori luoghi dove occultare la merce sottratta.

Oggetto dell’interesse delle donne rom erano in particolar modo oggetti facili da nascondere ed in grado di garantire facili e notevoli ricavi, come profumi, prodotti per la cura del corpo o piccoli elettrodomestici. Tuttavia anche altre categorie di merce non venivano disdegnate dalle ladre.

Tra le tre donne fermate ve n’era addirittura una che, già condannata ai domiciliari, sfruttava le ore concessele da trascorrere coi figli per compiere razzìe grazie anche al loro aiuto.

Le rom, di 21, 30 e 37 anni, sono tutte nate in Italia e residenti a Bastia Umbra. Almeno 8 i furti loro addebitati, messi a segno tra 2017 e 2018, talvolta con la complicità di altre donne, indagate ma non arrestate.

Le investigazioni hanno avuto inizio grazie alla denuncia dell’amministratore delegato dei Magazzini Maury’s di Bastia Umbra. Questo, negli ultimi 5 anni, era divenuto il luogo prediletto dalle donne per mettere a segno i loro colpi, praticamente con cadenza quotidiana. Ingenti le perdite per il supermercato, stimate intorno ai 300-400 euro a visita. Il modus operandi delle donne era sempre lo stesso. Dopo aver svuotato gli scaffali di qualunque genere di merce potesse tornare utile od essere rivenduta, le rom occultavano il tutto in borsoni o nel rivestimento di carrozzine o passeggini con neonati al loro interno.

Il responsabile del Maury’s aveva prodotto come ulteriore prova un dvd contenente le registrazioni video di alcuni dei colpi messi a segno dalla banda. In soli due mesi, tra maggio e giugno 2018, ben 9 furti registrati dalle videocamere, nei quali è palese la partecipazione dei bambini.

Se qualcuno dei dipendenti poi aveva l’ardire di bloccare le donne per il fatto di aver assistito alle ruberie, riceveva in cambio esplicite minacce. E molto spesso le auto di alcuni dipendenti venivano sporcate con rifiuti, sterco o vomito, oppure direttamente danneggiate in modo pesante. Talvolta, infatti,le donne rom scagliavano con forza i carrelli contro le vetture, in modo da sfregiarle ed ammaccarle così da rendere più esplicite le loro minacce. Ecco perché in tanti hanno avuto paura ad aprire la bocca ed a denunciare, temendo ritorsioni ancora più pesanti ai loro danni.

Il gip Natalia Giubilei ha adottato la misura restrittiva dei domiciliari, le cui motivazioni sono riportate da “La Nazione”.

“Le indagate, così come gli altri appartenenti al medesimo nucleo familiare hanno ormai sviluppato un consolidato modus operandi che ha permesso loro di perpretare numerosissimi furti negli ultimi anni. La pluralità degli episodi, l’utilizzo spregiudicato di bambini, le minacce e le reazioni violente contro i dipendenti confermano la pericolosità dei soggetti coinvolti.”

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