Su Facebook, Instagram e Twitter bisogna essere "cortesi, corretti e disponibili". Potrebbero riassumersi così le nuove regole di comportamento introdotte per i vigili urbani di Roma, i cosidetti "pizzardoni".
In una direttiva interna inoltrata ieri a tutti gli agenti si legge che "la partecipazione ai social istituzionali, nell'ottica dell'instaurazione di un rapporto di fiducia tra i cittadini è gradita e auspicata, ma allo stesso tempo, deve essere adeguata all'ufficialità dei contenuti veicolati, così come i commenti e i post". E le nuove disposizioni per gli uomini della polizia municipale non riguardano solo i profili istituzionali ma anche quelli privati, persino all'interno dei gruppi chiusi.
Si può discutere se si tratti di una regola adeguata a veicolare l'immagine di un corpo autorevole e irreprensibile anche sui social network oppure se si tratti di un'ingerenza della vita privata dei lavoratori anche al di fuori del servizio. Quello che è certo, però, è che per i pizzardoni - come per tutti noi - non mancano i pessimi esempi, che tante volte vengono anche proprio dalle istituzioni e dal mondo della politica.
Che dire degli insulti sguaiati con cui molti rappresentanti dei partiti se la prendono - tanto per fare un esempio non casuale - con il mondo dell'informazione? Cosa potrà pensare un vigile urbano leggendo che su Facebook Alessandro Di Battista dà delle "puttane" ai giornalisti, o addirittura il vicepremier M5s Luigi Di Maio, che preferisce usare l'espressione "infimi sciacalli" per chi fa solo il proprio lavoro?
Certo è che l'amministrazione
pentastellata della Capitale, da cui dipendono i pizzardoni, potrebbe inoltrare le proprie raccomandazioni sulla gestione opportuna dei social media anche ai vertici del MoVimento. Sicuramente avrebbero tutto da guadagnarci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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