"Non ci arrenderemo fino a quando non ci garantiranno uno spazio da condividere e che non implichi la nostra separazione". È molto deciso a non mollare Hassad, uno dei ragazzi sudanesi che il 5 luglio scorso, insieme ad altri 120 suoi connazionali, è stato sfrattato dalla sede di via di Scorticabove.
La cooperativa che gestiva il centro d'accoglienza dove hanno vissuto per 13 anni, è stata sfrattata per morosità e dal 2015 a oggi i sudanesi, che godono tutti del riconoscimento della protezione internazionale, hanno dato vita a una forma di autogestione del palazzo. Attualmente questi ragazzi dormono in mezzo alla strada col timore di essere sgomberati di nuovo da un momento all'altro e stamattina, come ha documentato Romatoday, hanno ricevuto il sostegno dei movimenti per la casa che, anche in questo caso, sono pronti alle barriccate.
"Tre gli incontri avuti con il Comune alla ricerca di una soluzione che sia alternativa alla strada, ma anche a quel circuito di accoglienza che li riporterebbe inevitabilemente indietro nel tempo. Il Campidoglio, intanto, è sempre alle prese con la ricerca di una soluzione alternativa.
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