Roma, al via il primo sgombero dell'era Salvini

È iniziato stamane il primo sgombero di un immobile occupato a Roma, in applicazione della nuova direttiva voluta dal ministro dell'Interno Matteo Salvini

Roma, al via il primo sgombero dell'era Salvini

Si è concluso senza tensione il primo sgombero di un immobile occupato a Roma, attuato in applicazione della nuova direttiva voluta dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Si tratta di uno stabile in via Raffaele Costi, zona Tor Cervara, dove abitavano abusivamente circa 120 persone, perlopiù africani. Una trentina sono rom.

Ben 40 persone (tra cui una decina di bambini), che si trovavano nello stabile, sono state identificate e la loro posizione è al momento al vaglio dell'ufficio immigrazione. La questuta di Roma ha comunicato che sul posto sono state rinvenute e messe in sicurezza varie bombole di gas, mentre i servizi sociali del Campidoglio stanno offrendo soluzioni abitative alternative alle persone con fragilità. "La situazione non era più sostenibile ed era diventata intollerabile a livello sanitario. I servizi sociali si sono già presi in carico le persone con fragilità e i bambini e sono stati predisposti alloggi per queste persone", ha detto Mario De Sclavis, dirigente di Roma Capitale, al microfono di RaiNews24. Ora l'Ama procederà a bonificare l'area ma, d'ora in poi, sarà compito del proprietario dello stabile occuparsi della vigilanza per evitare che venga di nuovo occupato.

L'Unione inquilini, invece, ha diramato un comunicato in cui si chiedono garanzie agli enti locali: "Ci aspettiamo l'impegno da parte di Regione e comune nel ricollocare le famiglie che questa mattina stanno subendo lo sgombero. Sindaca e Prefetto, è stato fatto il Censimento come previsto dal Decreto Minniti? Regione, abbiamo definito quali siano le famiglie in disagio economico sociale da tutelare? Quali sono le sistemazioni messe a disposizione? Attendiamo inoltre un progetto di recupero dello stabile, ma anche una mappatura e un recupero degli immobili abbandonati al degrado, altrimenti la questione abitativa rimane solo propaganda".

Un occupante abusivo di origini irachene che ha vissuto per 3 anni nello stabile insieme a sua moglie e due figlie ha detto: "Abbiamo rifiutato la sistemazione in casa famiglia, che è stata offerta a donne e bambini, perchè non ci vogliamo separare". E ancora: "Io rimango qui perchè non so dove andare, metterò un materasso qui sul prato per dormire. Questa mattina per entrare hanno rotto la porta. Siamo stranieri ma siamo esseri umani.

Qui ci trattano come cani, ma noi non siamo animali". "Lo sgombero era previsto per il 15 settembre, oggi è stata un'improvvisata", ha spiegato una donna che ha aggiunto:"Hanno detto che ci avrebbero trovato una sistemazione e invece ora siamo per strada".

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