All'interno dello stabile di via Curtatone a Roma, sgomberato sabato 19 agosto, i carabinieri hanno trovato delle ricevute: potrebbero essere "affitti" fatti pagare agli ex occupanti.
La procura di Roma ha aperto un'inchiesta sull'occupazione dell'immobile di via Curtatone sgomberato nei giorni scorsi. A far scattare le indagini l'ipotesi di un racket degli affitti ai danni di eritrei ed etiopi che occupavano lo stabile, ma anche di eventuali stranieri di passaggio, nata dal ritrovamento all'interno dell'edificio di ricevute firmate dai migranti dai quali sembrerebbe che si pagasse 10 euro al giorno per avere la disponibilità di un letto.
"Tre giorni al quinto piano, stanza 22. Trenta euro", è scritto su un foglio. Altre ricevute come queste sono rinvenute nello stabile assieme a un pc usato per confezionare badge da distribuire agli occupanti. I magistrati vogliono fare luce "su quanto avveniva all'interno dell'immobile occupato in via Curtatone a Roma" e sulle modalità dell'occupazione. Se veramente ai migranti veniva fatto pagare un "affitto" per poter occupare lo stabile, allora l'edificio era in grado di fruttare migliaia di euro al mese.
Ma a chi? Probabilmente si tratta dei primi stranieri che hanno occupato il palazzo, ma non è escluso che il giro di racket degli affitti possa allargarsi. Chi riscuoteva il denaro, infatti, potrebbe essere il tassello di un puzzle più grande: forse il gruppo faceva da intermediario, ma gli inquirenti non hanno ancora chiari ruoli e contatti.
Intanto, gli ex occupanti, che proprio in queste ore stanno sfilando in corteo nella capitale insieme ai movimenti per il diritto all'abitare, respingono l'ipotesi e si difendono. "Non abbiamo mai pagato un affitto per abitare nel palazzo di via Curtatone. Raccoglievamo soldi ogni tanto quando si rompeva qualcosa per ripararla", hanno dichiarato i migranti.
"Chi abitava lì non aveva neanche i soldi per pagare l'affitto, solo qualcuno lavorava - hanno raccontato alcune rifugiate - Chi aveva la possibilità partecipava alla colletta come, ad esempio, quando si rompeva qualche finestra o alcuni mesi fa che si è rotto il motore dell'acqua. Lo abbiamo riparato noi. Certo non potevamo aspettare i tempi del Comune".
Gli ex
occupanti dell'edificio negano anche di aver mai avuto dei badge per entrare. "Gli ospiti che dovevano accedere al palazzo mostravano i documenti all'ingresso - hanno spiegato - ma mai nessuno ha avuto un pass".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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