Mentre il dibattito sull’aborto infiamma l’America, con la governatrice trumpiana dell’Alabama, Kay Ivey, che ha firmato un provvedimento per vietare l’interruzione di gravidanza anche in caso di stupro e incesto, sabato per le vie della Capitale sfileranno le maggiori sigle pro-life italiane.
Il diritto a nascere è “il primo dei principi non negoziabili, iscritti nel cuore e nella ragione di ogni essere umano”, spiegano all’Adnkronos gli organizzatori della Marcia per la Vita, giunta alla sua IX edizione. La manifestazione partirà alle 14 da piazza della Repubblica e arriverà fino a piazza Venezia. A partecipare, lo scorso anno, erano stati anche i sindaci di diverse città italiane, il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, all’epoca vicepresidente della Camera, l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Tra gli habitué della marcia ci sono anche il cardinale tradizionalista Raymond Leo Burke, il nunzio apostolico emerito negli Usa, Carlo Maria Viganò, e l’arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, monsignor Luigi Negri. E quest’anno, fanno sapere i promotori dell’evento, a sfilare per dire “no all’aborto” ci sarà anche l’attore messicano Eduardo Veràstegui, oltre alle delegazioni di movimenti pro-life provenienti da oltre 20 Paesi.
“Gli attacchi alla vita umana innocente sono sempre più numerosi e nuovi strumenti di morte minacciano la sopravvivenza stessa del genere umano”, denunciano gli organizzatori, che si scagliano contro la legge 194 del 1978, definendola la causa “dell'uccisione deliberata dell'innocente nel grembo materno”. Sarà “una grande dimostrazione pubblica a favore di un cambio di prospettiva generale verso la maternità, verso la famiglia, ma soprattutto verso i bambini concepiti che meritano dignità incondizionata e inalienabile”, rimarcano dal comitato organizzatore.
“Quest’anno, oltre all’aborto, ci concentreremo sull’eutanasia – spiega ancora Virginia Coda Nunziante, presidente dello stesso comitato - perché un disegno di legge è già in discussione al Parlamento italiano”. Intanto continua a far discutere la campagna contro l’aborto lanciata da Pro Vita con un maxi cartello affisso su via Tiburtina, e che tira in ballo provocatoriamente l'attivista per il clima, Greta Thurnberg, per coinvolgerla nella battaglia contro l’interruzione volontaria di gravidanza.
Prima dell’Alabama anche il governatore della Georgia, il repubblicano Brian Kemp, ha sottoscritto una legge, che entrerà in vigore a
partire dal 2020, che proibisce l’aborto dal momento in cui è possibile rilevare il battito fetale, ovvero dalla sesta settimana. Attualmente nello stato americano consente l’aborto fino alla ventesima settimana di gestazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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