Le rotte dei no-vax: così volano senza il Green pass

Una falla normativa consente ai no-vax di volare senza super green pass, aggirando l'obbligo. Basta uno scalo all'estero e il gioco è fatto. Ecco le tratte utilizzate dai furbetti

Le rotte dei no-vax: così volano senza il Green pass

Una falla normativa ha messo le ali ai no-vax. Così, nei cieli d'Italia, ogni giorno volano passeggeri sprovvisti di super green pass, in barba alle regole che prevedono il vincolo del certificato verde rafforzato per i mezzi di trasporto nazionali. Un espediente che aggira le disposizioni governative consente infatti ai non vaccinati di spostarsi in aereo da una città all'altra del Paese. In che modo, è presto detto: facendo scalo in uno stato dell'Unione europea prima di raggiungere la destinazione nazionale desiderata.

Il trucco, chiaramente illegale, è di certo un po' macchinoso, ma funziona. Lo confermano alcune fonti aeroportuali italiane consultate dal Corriere, che segnalano un aumento di questa irregolare tendenza negli ultimi giorni. La scappatoia adottata dai no-vax volanti ruota attorno a un "vulnus" ravvisabile nelle ordinanze vigenti, che consentono gli spostamenti via aria con il Green pass base (per il quale basta l'esito negativo di un tampone) sulle tratte internazionali. Diversamente, per i voli nazionali occorre il certificato rafforzato attribuito dalla vaccinazione o dalla guarigione da Covid. Così, passando da una meta estera prima di atterrare in italia, i passeggeri "irregolari" la fanno franca.

Il loro metodo, tuttavia, è doppiamente scorretto se si considera che la normativa prescrive un isolamento fiduciario di cinque giorni (unito a un tampone negativo) ai viaggiatori provenienti dalle principali mete europee. Ma assai difficilmente vengono eseguiti dei controlli e così anche questo accorgimento viene aggirato. Allungando il tragitto con una capatina oltre confine, i no-vax hanno dunque trovato il modo di dribblare l'obbligo del super green pass. Come spesso accade: fatta la legge, trovato l'inganno.

Peraltro, grazie ai voli low cost, i viaggi con scalo all'estero non risultano nemmeno particolarmente costosi. Tra le tratte segnalate, quella che porta da Milano (Orio al Serio) a Cagliari, con scalo a Barcellona. Con una cinquantina di euro, extra esclusi, il gioco è fatto. Un'altra rotta portata all'attenzione per la frequenza di episodi sospetti è quella che da Milano Linate porta a Catania via Parigi. In questo caso - in media - servono 20 euro con EasyJet dall'Italia alla Francia e poi altri 38 euro per atterrare in Sicilia.

Per chi gradisse una toccata e fuga a Budapest, ecco servita la scappatoia per volare da Milano a Bari.

Il personale degli aeroporti ha suonato il campanello d'allarme rispetto a un trend che evidenzia la contradditorietà di certe norme. Ora sta a chi di dovere intervenire.

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