Erano stati multati e denunciati per furto dai vigili urbani dopo essere stati sorpresi a rovistare nei cassonetti dell'immondizia per cercare qualcosa di utile. Il tutto in ottemperanza a una delibera comunale e a una sentenza della Cassazione secondo cui i beni gettati nei bidoni della spazzatura diventano di proprietà del Comune. Eppure, la Procura di Genova ha chiesto l'archiviazione delle denunce perché "manca il valore dell'oggetto", non ritenendo reato il prelievo dai bidoni di tutti i rifiuti solidi urbani.
Tutto è partito dall'ordinanza comunale fatta approvare dall'assessore alla sicurezza genovese, Stefano Garassino. Con questa delibera la giunta aveva previsto multe fino a 200 euro per chi rovista nei cassonetti (ma solo se non lo fa per cercare di mangiare). Come spiega Repubblica, l'ordinanza aveva spinto i vigili a multare e denunciare per furto una dozzina di persone. Gli agenti avevano applicato la legge ma il pm Alberto Landolfi ha chiesto per loro l'archiviazione dal momento che, secondo lui, non si può ritenere reato il prelievo di qualsiasi rifiuto solido urbano dai bidoni, dal momento che "manca il valore dell'oggetto".
La vicenda si ricollega a quanto successo qualche anno fa a Udine, dove il Tribunale aveva condannato un uomo per aver "rubato" dall’area della piazzola due televisori abbandonati. Per il giudice i beni conservavano lo stesso un valore economico, anche se dismessi.
Non è così per il pm Landolfi, che per la sua decisione si è rifatto a un articolo del codice penale (il 314, reato di peculato) dove si legge che "la punibilità del reato non sussiste se l’oggetto dell’appropriazione non ha alcun valore economico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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