Dopo una settimana di colloqui si è riggiunto in Ruanda uno storico accordo sulla riduzione dei gas serra: circa 200 Paesi hanno firmato a Kigali un protocollo per la progressiva eliminazione dell'uso dei gas Hfc, più conosciuti come idrofluorocarburi, che si torvano nei condizionatori d'aria, sistemi di refrigerazione, schiume e aerosol e che hanno un notevole impatto sul surriscaldamento globale. Le emissioni di Hfc, infatti, solo tra le più dannose e negli ultimi anni sono cresciute in modo significativo sopratutto nei Paesi in via di sviluppo.
Il nuovo accordo, che va a modificare l'ormai datato Protocollo di Montreal, firmato nel 1987, istituisce tre gruppi di paesi e stabilisce date diverse a partire dalle quali dovranno iniziare a ridurre l'uso dei gas: i paesi più sviluppati, tra cui gli Stati Uniti e la maggior parte dei Paesi europei lo faranno entro il 2019, anno entro il quale si impegnano ad una riduzione del 10% nell'uso dei gas; altri tra cui la Cina, i Paesi dell'America Latina e altri stati insulari a partire dal 2024; i Paesi, invece, in via di sviluppo, tra questi India, Pakistan, Iran, Iraq e Stati del Golfo non prima del 2028.
L'intesa raggiunta dopo una lunga riunione, che si è prolungata per tutta la notte, potrebbe evitare un riscaldamento di 0,5 gradi. "Si tratta di un passo avanti monumentale. Non è frequente avere l'opportunità di ottenere una riduzione di 0,5 gradi tramite l'adozione di un solo accordo globale", ha commentato il segretario di Stato americano, John Kerry.
E secondo il L'Unep, il Programma delle Nazioni unite per l'ambiente, l'accordo è "il più grande contributo del mondo".
Erick Solheim, direttore esecutivo dell'Unep ha poi dichirato: "L'anno scorso a Parigi si è promesso di mantenere il mondo sicuro dagli effetti peggiori del cambiamento climatico. Oggi noi portiamo a compimento questa promessa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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