È accusata di peculato, per aver sottratto 56mila euro, sottratti all'avvocatura dello Stato, mentre svolgeva il suo impiego come responsabile dell'Ufficio Ragioneria/Economato in Avvocatura.
Ma il difensore della donna, 60 anni, sostiene che la sua cliente sia "affetta da shopping compulsivo", che l'avrebbe portata a ritirare l'ingente somma da Bankitalia, "nascondendone la sparizione attraverso vaglia cambiari convertiti in contanti". Quei soldi, però, venuivano fatti risultare come versamenti dall'Avvocatura a fornitori e enti pubblici, secondo quanto riporta la Nazione, che ha raccontato la storia.
In primo grado, il giudice non aveva concesso di effettuare una perizia medica sulla 60enne, ma la terza sezione del tribunale ha recentemente accettato la richiesta: al momento della sentenza, i giudici hanno disposto una"consulenza tecnica d’ufficio per accertare l’entità del disturbo psichico dell’imputata".
Il consulente dovrà stabilire se il suo disturbo incida sulla sua capacità di intendere e di volore, per capire quanto sia grave la patologia, che solitamente causa"disturbi del controllo degli impulsi".Invece della condanna a 2 anni e 8 mesi chiesta dal Pm, ora la donna potrebbe addirittura vedersi riconosciuto il disturbo da "shopping compulsivo", che attenuerebbe di parecchio la pena.
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