Nel processo Ruby bis sono state confermate in via definitiva le condanne per Emilio Fede e Nicole Minetti. La quarta sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati contro la sentenza d'appello bis pronunciata dai giudici milanesi il 7 maggio dello scorso anno. Per l'ex direttore del Tg4, accusato di tentata induzione e favoreggiamento della prostituzione, la condanna definitiva è pari a 4 anni e 7 mesi di reclusione. Per l'ex consigliere regionale della Lombardia, sotto processo per favoreggiamento della prostituzione, la pena definitiva è di 2 anni e 10 mesi.
"Chi può credere che io abbia potuto far prostituire delle ragazze? - si sfoga Fede parlando con l'agenzia Adnkronos - alcune di queste ragazze io non le conoscevo neanche. Le due ragazze di Torino le ho viste una volta nella vita. Mah. Davvero non voglio aggiungere altro". In primo grado, nel luglio 2013, il tribunale di Milano aveva condannato a sette anni Fede e Lele Mora, mentre cinque anni erano stati inflitti alla Minetti. Condanne ridotte in appello, quando, il 13 novembre 2014, furono inflitti sei anni e un mese di carcere a Mora, tre anni alla Minetti e quattro anni e dieci mesi a Fede. Il manager dei vip non aveva poi impugnato la sentenza di condanna, che quindi, è passata in giudicato. Nel 2015 Fede e la Minetti, invece, presentarono ricorso in Cassazione e la Suprema Corte, rilevando alcune lacune motivazionali, annullò la sentenza d'appello disponendo un nuovo processo. La Corte d'appello di Milano, in sede di rinvio, assolvendo i due imputati da alcuni episodi di reato che erano stati loro contestati, abbassò le pene a 4 anni e 7 mesi per Fede e a 2 anni e 10 mesi per la Minetti. Condanne che sono diventate definitive con il verdetto di oggi dei giudici del Palazzaccio.
"Le sentenze vanno sempre rispettate - ha dichiarato l'avvocato Maurizio Paniz - ho fatto tutto quello che potevo per dimostrare l'innocenza di Fede". L'ex direttore del Tg4, che ha 87 anni, non ha partecipato all'udienza di oggi al Palazzaccio, ma ha atteso la sentenza a Milano.
"Andrà ai domiciliari - ha annunciato il suo legale - come è normale per una persona che ha quell'età". Paolo Righi, legale dell'ex consigliera lombarda, ha invece fatto sapere all'agenzia Adnkronos che presenterà domanda per "l'affidamento in a prova ai servizi sociali, come consentito dalla legge".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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