«La tv può cambiare in meglio il mondo, facciamo che non si limiti solo a rappresentarlo. E tanto meno a distorcerne anche una sola delle sue facce». Così Sergio Zavoli definiva l'importanza e il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo. Per il suo contributo da protagonista alla cultura e alla vita democratica del nostro Paese ho chiesto, come presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, la stessa che lui ha guidato dal 2009 al 2013, di dedicare a Sergio Zavoli l'aula nella quale si riunisce la nostra Commissione. Una richiesta, condivisa con i rappresentanti dei gruppi della bicamerale, accolta con favore dal presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e che sono certo troverà il consenso del presidente della Camera Roberto Fico.
Per tutta la vita al centro degli eventi determinanti della storia italiana, Zavoli ha saputo affrontare i temi più complicati perché fossero compresi dai cittadini comuni, parlando alla radio e alla Tv, col linguaggio di un giornalismo spontaneo e attento alla persona. Il suo stile di racconto, dalle cronache del Giro d'Italia alla Notte della Repubblica, è diventato patrimonio della società e del costume. La sua capacità più grande è stata quella di porre e porsi sempre le domande giuste con parole semplici. Uomo di cultura raffinata, non cercava il consenso, ma lavorava piuttosto per lasciare un dubbio, approfondire, aprire nuovi spazi di dialogo. La sua presidenza Rai e quella della Commissione di Vigilanza sono state un esempio di pluralismo e rispetto delle regole e delle istituzioni. La sua voce equilibrata, autorevole e profonda, il timbro di un'Italia la cui eredità deve renderci orgogliosi del nostro passato e responsabili del nostro presente e del nostro futuro.
Per queste ragioni intitolare la sala della Vigilanza a Sergio Zavoli è il nostro grazie alla sua grande lezione di passione civile che rimarrà sempre viva e presente nelle aule parlamentari.
Oggi, come diceva Sergio Zavoli, «abbiamo bisogno di capire, perché viviamo un tempo che per molti versi non ci piace».
Alberto Barachini
presidente Vigilanza Rai
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