Un docente 43enne di una scuola media del basso Salento è stato costretto a lasciare l'insegnamento a causa di una grave forma depressiva scaturita dalle continue angherie con cui alcuni suoi studenti lo subissavano.
La prima denuncia risale al 2016 quando un alunno, dopo averlo accolto in classe con un "Oggi non mi rompere i c...", lasciò intravedere quello che all'insegnante sembrò essere un coltello. Il vicepreside, informato dell'accaduto, non poté intervenire poiché non v'era alcuna certezza circa l'oggetto posseduto dal ragazzo. Dopo qualche tempo lo stesso studente minacciò nuovamente il professore brandendo un trinciante e pronunciando pesanti insulti.
Sono seguiti episodi sempre più gravi. Ne parla costernato il padre della vittima, un ex dirigente scolastico che ha sporto denuncia ai Carabinieri.
"Mio figlio non è stato tutelato dalle istituzioni" afferma.
Danneggiamenti all'auto, insulti omofobi - "È vero che sei gay?" questa domanda veniva ripetuta di continuo - fino ad arrivare a vere e proprie aggressioni fisiche; dai maltrattamenti il docente si difendeva con inutili note disciplinari.
Immediato lo sdegno del Presidente Michele Emiliano.
"Nessuno" ribadisce "deve sentirsi esposto ad atti di bullismo perché omosessuale.
A maggior ragione a scuola che deve essere il primo luogo dove si educa al rispetto delle differenze".Prevenzione, dunque, è la parola chiave. La Giunta regionale pertanto ha approvato un disegno di legge di contrasto alla violenza motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere.
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