Ancora i numeri. Ancora migranti. Da quando Matteo Salvini siede a capo del Viminale l'Italia ha conosciuto un cambio di impostazione sul lato della politica dell'immigrazione: porti chiusi, lotta alle Ong, braccio di ferro con l'Europa sulla missione Sophia, appoggio alla Libia per farle controllare la sua area Sar e via dicendo.
Finito il mese di luglio, è ora di osservare i dati che il ministero dell'Interno pubblica giornalmente (e mensilmente) sugli arrivi di migranti in Italia (leggi qui).
Ebbene, se nel 2017 (governo Pd) dal primo gennaio al 31 luglio erano sbarcati sulle nostre coste 95.215 immigrati, nello stesso periodo del 2018 il dato è crollato a 18.510 richiedenti asilo, di cui "solo" 12.088 provenienti dalla Libia. Tradotto, significa un calo dell'-80,56% rispetto al 2017.
Direte: la chiusura dei porti disposta Salvini risale appena a un mese fa, al massimo qualche giorno in più. Giusto, giustissimo. Allora osserviamo il dato mensile. Prendendo in esame giugno e luglio. Se a giungo del 2017 erano arrivati 23.526 stranieri, nello stesso mese di quest'anno si è arrivati a 3.147. A luglio la musica non è cambiata: nel 2017 ne sono sbarcati ben 11.461, mentre nel mese appena concluso il dato registrato è di appena 1.933 clandestini.
A conti fatti, sommando gli ultimi due mesi di flussi dal nel Mar Mediterraneo, dai quasi 35mila immigrati approdati nel 2017 si è passati a 5.080. Ovvero trentamila immigrati irregolari in meno.
Esulta, ovviamente, Matteo Salvini: "Volere è potere, dalle parole ai fatti - ha scritto sui social il
ministro dell'Interno- Possono insultarmi, attaccarmi e minacciarmi quanto vogliono ma io non mi fermo perché lavoro per il bene degli italiani, e so che voi siete con me. Avanti, col sorriso e senza paura".
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