Dopo il sequestro del motorino di Annalucia Cecere, al vaglio degli inquirenti sono le eventuali tracce di Dna presenti sul veicolo. Cecere è attualmente sotto indagine per l’omicidio di Nada Cella, uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996 mentre si trovata al suo posto di lavoro, lo studio di un noto commercialista della zona.
Al tempo emerse il nome di Cecere, tuttavia la sua posizione non fu ritenuta di interesse per gli inquirenti. Ma le nuove indagini hanno ribaltato tutto: al momento ci si sta infatti concentrando sulla passata documentazione, ma parte di essa è stata persa in un’alluvione, in particolare quella relativa proprio a Cecere.
La quale non ha concesso finora dichiarazioni alla stampa. Ma ieri il marito, ascoltato da “Quarto Grado” ha spiegato i motivi di questo silenzio e un dettaglio che potrebbe essere importanti ai fini dell’indagine. “Che cosa vuole che le dica? - ha esordito il marito di Cecere - Tanto tutte le cose che vengono dette vengono comunque travisate. Tutto quello che ho letto proprio… Tavanate pazzesche che non hanno un minimo di, ma non dico di verità, di concretezza no. Sono tutte cose buttate lì. Uno le ha dette in una maniera, uno in un’altra. Abbiamo preso una linea che non si dice niente a nessuno. Se dobbiamo dire qualcosa lo diciamo agli inquirenti e alla questura. Se ci fanno delle domande, rispondiamo a loro. Punto e basta. Noi e l’avvocato siamo d’accordo così. Quando si sapranno le cose si vedrà. Si parla, si dichiara ma adesso non c’è niente da dire”.
L’uomo ha naturalmente difeso la posizione della moglie: “Per quello che so di legge, ho sempre sentito dire che uno è innocente fino a prova contraria. Io quando vedrò il terzo grado o se la risolvono prima meglio ancora. Quando mi diranno lì… allora lì sarà la verità”. Ha anche aggiunto che Annalucia Cecere sta “cercando di vivere il più normale possibile. Se deve uscire esce, non ha mica nessun vincolo di rimanere a casa. Se deve andare a fare la spesa, va a fare la spesa. Quello che deve fare”.
Al vaglio degli inquirenti un motorino, di proprietà di Cecere, che è stato sequestrato dagli inquirenti. Il motorino è al centro della testimonianza di una donna che disse in una telefonata di aver visto Cecere sporca di sangue allontanarsi in motorino dallo studio in cui lavorava Nada.
“Il motorino era in garage - ha concluso il marito - l’ha usato mio figlio tre, quattro anni quel motorino lì. Se c’era qualcosa da nascondere secondo lei era lì? Siamo stati noi a dirglielo ad agosto a Genova. Ma fate queste analisi al motorino, è là. Ci hanno messo due mesi a venire a prenderlo. Ma nessun problema per fare il Dna. Nessun problema, non abbiamo nulla da nascondere.
Sicuramente so di chi è quel sangue. Sicuramente c’è del sangue lì sopra, ce n’è in abbondanza, ma so di chi è. Mio figlio è scivolato, c’è volato una notte con quel motorino lì. Ha messo male il piede, se lo è frantumato”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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