Sanremo, detenuto prende a pugni agente che lo riaccompagna in cella

La violenta aggressione è avvenuta poco dopo il momento dedicato all'attività di svago nel campo sportivo: "Non osiamo immaginare cosa sarebbe potuto succedere se i detenuti avessero preso in ostaggio il collega o sottratto le chiavi", dice il Sappe

Sanremo, detenuto prende a pugni agente che lo riaccompagna in cella

Non sono passate che poche ore dalla duplice aggressione avvenuta dietro le sbarre del carcere genovese di Marassi, che un nuovo episodio di violenza si registra ancora una volta in Liguria, per la precisione nella casa circondariale di Sanremo.

Ancora una volta si occupa di denunciare l'increscioso episodio il segretario regionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) Michele Lorenzo, che invoca maggiori garanzie e livelli di sicurezza adeguati per gli uomini in divisa, occupati quotidianamente a gestire situazioni al limite.

I fatti si sono verificati durante la mattinata di ieri, martedì 14 aprile, proprio nel delicato momento in cui i detenuti facevano ritorno all'interno della struttura dopo le attività di svago svolte nel campo sportivo del penitenziario. Secondo il racconto fornito dal segretario regionale, solo un agente era impegnato a gestire quella delicata fase. Il poliziotto è stato aggredito alle spalle da un detenuto siciliano, finito a Sanremo per scontare una condanna per omicidio: colpito da una raffica di pugni, alcuni dei quali lo hanno centrato in pieno volto, l'uomo in divisa è riuscito prontamente a reagire e ad allontanarsi, mettendosi in sicurezza.

"Fortunatamente il collega è riuscito a svincolarsi e a raggiungere l’uscita. Non osiamo immaginare cosa sarebbe potuto succedere se i detenuti avessero preso in ostaggio il collega o sottratto le chiavi", si domanda Lorenzo, come riportato da "Riviera 24".

"L’aggressione avvenuta a Sanremo ha qualcosa di strano e particolare e spero che la Procura ne approfondisca la dinamica", aggiunge ancora, segnalando con forza ancora una volta tutte le problematiche che affliggono la categoria che tenta di tutelare. "E’ impensabile quanto inaudito che nell’era moderna, dove spesso si parla di sicurezza con l’obiettivo di migliorarla, nelle carceri la sicurezza è annullata. Non esiste l’elettrificazione dei cancelli, non esiste un box di protezione o strumenti anti aggressione. Ma quale garante dei detenuti?", lamenta ancora il segretario. "Chi inneggia a questo deve fare un solo turno di servizio all’interno di un carcere ligure e sicuramente cambierà opinione. La Liguria ha bisogno di proteggere il poliziotto penitenziario che a Sanremo è da solo a gestire dai 30 ai 50 detenuti per piano", denuncia ancora.

Una situazione critica, che non può trovare logiche spiegazioni.

"Le motivazioni dell’aggressione? Si vadano a ricercare nei troppi privilegi ed elargizioni consentiti ai detenuti della Liguria dove non esiste nemmeno un provveditorato. Al collega ferito, condotto per le cure del caso all’ospedale di Imperia, va la nostra considerazione e vicinanza", conclude.

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