Genova, agenti aggrediti da detenuti stranieri finiscono in ospedale

Due episodi in successione: prima due agenti presi a pugni da sudafricano che devasta la cella, poi un terzo poliziotto viene sputato in faccia durante il primo ingresso di un magrebino. Tutti finiscono in ospedale per cure o accertamenti

Genova, agenti aggrediti da detenuti stranieri finiscono in ospedale

Due gravi episodi di violenza compiuti ai danni del personale di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Marassi (Genova), riportano nuovamente l'attenzione sulle precarie condizioni di sicurezza in cui gli uomini in divisa si trovano ad operare all'interno delle carceri italiane.

La denuncia arriva direttamente dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria, tramite un comunicato firmato dal segretario regionale Michele Lorenzo. Entrambi i fatti si sono verificati durante la giornata di ieri, lunedì 13 aprile, ed hanno visto come protagonisti detenuti extracomunitari.

Il primo, un ospite sudafricano del carcere di Genova già noto per essersi reso protagonista anche in passato di simili episodi di violenza, ha dato in escandescenze dopo aver ricevuto un rifiuto ad una sua richiesta. Completamente fuori controllo, si è barricato nella propria cella, iniziando a devastare mobilio ed oggetti di vario genere presenti all'interno dell'ambiente. Gli uomini della penitenziaria si sono pertanto attivati per risolvere la situazione. Tuttavia, quando hanno aperto la porta nel tentativo di condurre all'esterno il facinoroso, sono stati aggrediti con violenza e centrati in pieno volto da forti pugni. Soccorsi prontamente dai colleghi, i quali hanno evitato che la situazione potesse degenerare, entrambi gli operatori sono finiti in ospedale.

Poco dopo, sempre a Marassi, il secondo episodio. Stavolta il responsabile è un detenuto nordafricano, particolarmente ostile fin dalle fasi di primo ingresso nella casa circondariale. Il nuovo arrivato si è infatti presentato con un biglietto da visita non equivocabile, sputando in faccia all'operatore di turno. Vista la delicata situazione che si vive nel nostro Paese e l'emergenza sanitaria, l'agente è stato trasportato al pronto soccorso per svolgere esami specifici e scongiurare un eventuale rischio di contagio.

"Questo episodio conferma che il personale di Marassi opera senza di dispositivi di sicurezza, che invece dovrebbero essere in loro dotazione per proteggerli da varie forme di contagio. Dispositivi che, benché più volte richiesti, non sono stati ancora forniti" denuncia Lorenzo come riportato da Genova Today. "Avvengono troppi eventi critici e la polizia penitenziaria è troppo esposta ai pericoli da parte della popolazione detenuta. Per questo motivo il Sappe ritiene indispensabile un’inversione di tendenza nella gestione dell’istituto. Non si può più gestire la sicurezza con i proclami e le promesse, senza ricordarsi che a contatto con i detenuti “problematici” c’è sempre e solo l’agente di servizio", prosegue ancora il segretario.

"Ora gli autori di queste aggressioni non possono e non devono restare impuniti, oggi più che mai chiediamo una risposta dello Stato, delle sue istituzioni. Ricordiamo che la gestione dei detenuti è demandata solo al coraggio del poliziotto di turno.

Ai colleghi feriti va la nostra considerazione e vicinanza. Queste aggressioni devono essere affrontate con idonei strumenti, ad esempio la pistola Taser, più volte richiesta ma la dotazione trova troppe opposizioni di natura politica", conclude Lorenzo.

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