Scandalo nella sanità lucana: appalti mai assegnati con i bandi

Un dossier dell’Autorità nazionale anticorruzione dimostra come ci fosse un vero e proprio “sistema” nella gestione delle aziende in Basilicata. Villa costruita gratuitamente ad un dirigente in cambio dell’appalto

Scandalo nella sanità lucana: appalti mai assegnati con i bandi

Un nuovo “vaso di Pandora” viene scoperchiato in Basilicata dall’autorità nazionale anticorruzione. Nel mirino è la sanità lucana con i suoi 120 milioni di euro di affidamenti del servizio sanitari dati, dal 2008 al 2015, con negoziazione senza previa pubblicazione del bando di gara. Un vero e proprio sistema con gestione “padronale” delle aziende sanitarie. Per una pioggia di euro.

A fare da apripista gli ospedali di Policoro e della contrada Tinchi di Pisticci, entrambi in provincia di Matera. Con una segnalazione anonima sono state scoperte proroghe dei contratti di servizi per la gestione e la manutenzione degli impianti elettrici e termici dei nosocomi. Dove la truffa? Dalla denuncia anonima si evinceva che l’azienda che aveva gli appalti dei due ospedali, aveva gratuitamente costruito una villa di proprietà di un dirigente dell’azienda sanitaria.

Da qui, l’Anaca (l’Autorità nazionale anticorruzione) ha cominciato ad affrontare il vero e proprio caso della sanità lucana. Secondo fonti di stampa, nel dossier si fa riferimento a “diffuse criticità sotto il profilo normativo, organizzativo, programmatorio e operativo”. Nel calderone bollente, durante le indagini, spunta anche l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione degli impianti elettrici e di illuminazione all’ospedale San Carlo di Potenza.

L’Anac fa notare che l’azienda ospedaliera aveva scelto di aderire alla convenzione Consip nonostante avesse espresso un giudizio di «non corrispondenza alle esigenze dell’azienda e di non convenienza». Il servizio era stato affidato per sette anni allo stesso soggetto imprenditoriale e anche dopo l’intervento di un giudice, che aveva dichiarato illegittime le deliberazioni del direttore generale, con cui il San Carlo aveva aderito alla convenzione Consip, l’azienda continuava ad affidare il servizio alla ditta. L’accusa e il dossier dell’Anac sono finite nelle mani della procura di Potenza e della Corte dei Conti a cui spetta l’ultimo giudizio, anche se le accuse sono inequivocabili.

Da quando è entrato in vigore il nuovo assetto organizzativo e territoriale del servizio sanitario regionale, vale a dire dal 2008, né le gare delle singole aziende sanitarie, né le gare della stazione unica appaltante, sono state mai bandite.

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