Dopo aver bivaccato e fatto scempio della cena che volontari ucraini avevano preparato per rifocillare un gruppo di connazionali, una decina di persone non ancora identificate, con bambini al seguito, ha fatto razzia di scatoloni contenenti viveri, medicinali, giocattoli e svariati altri beni necessari per resistere durante un conflitto, imballati su alcune pedane e pronti per essere inviati in Ucraina, previa operazione di stoccaggio a Bologna.
Autori del fattaccio, secondo le prime testimonianze raccolte sul posto, sarebbero nomadi. Il gruppetto di malviventi sarebbe penetrato nella sala “Versace” del Centro direzionale Cedir di Reggio Calabria dopo aver forzato una porta di ingresso, situata a circa 30 metri da una postazione dell’Esercito. Ripresi dalle telecamere a circuito chiuso installate nei locali dove da alcuni giorni vengono custoditi i beni raccolti, i ladri hanno approfittato della temporanea assenza dei volontari che operano quotidianamente presso quella struttura. Questi ultimi, infatti, proprio in quelle ore stavano partecipando all’iniziativa denominata “La Fiamma che unisce”, promossa dal Comitato olimpico nazionale italiano nella Città metropolitana di Reggio Calabria. Il gruppetto di nomadi ha così approfittato indisturbato per svaligiare impunemente il centro di raccolta per il popolo ucraino martoriato dalla guerra, realizzato grazie al grande cuore dei cittadini reggini.
Ad accorgersi del “colpo”, una giovane ucraina, in fuga dalla guerra e da poco arrivata a Reggio, che ha notato all’interno del centro di raccolta la presenza di persone sconosciute, dileguatesi in un batter d’occhio, non appena si sono rese conto di essere state scoperte. Sul luogo del misfatto si è immediatamente recata la Polizia Scientifica per raccogliere ogni indizio utile alla identificazione dei malviventi. Sono state raccolte testimonianze e acquisiti i video delle telecamere a circuito chiuso, già visionate da addetti ai lavori in questa primissima fase delle indagini preliminari per risalire alla identità dei malviventi.
La Sala Versace del Centro direzionale di Reggio Calabria, messa a disposizione dal responsabile lavori pubblici e protezione civile di quell’Ente locale, è da circa due settimane punto di riferimento per chi ha voluto offrire il proprio contributo in favore del popolo ucraino.
Numerosi i beni raccolti in segno di solidarietà e amicizia, ma quanto accaduto sabato scorso ha generato tanta tristezza sia nei volontari ucraini che operano per i loro connazionali, sia nei reggini che tanto impegno stanno mettendo in questa iniziativa benefica.
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