Gestivano cifre da capogiro e con i soldi illecitamente guadagnati ostentavano la bella vita: Ferrari, rolex, caviale e champagne. E poi, i soggiorni presso hotel a 5 stelle tra Las Vegas e New York, le cene in ristoranti stellati e la dolce vita in nightclub e locali privati. Tutto pagato in contanti per non lasciare nessuna traccia. Una però, l'hanno lasciata ed è stato l'errore più comune. Una traccia su cui si sono fiondati gli inquirenti dopo settimane di ricerche e pedinamenti. Gli indigati avevano il vizietto di pubblicare le foto delle cene e delle trasferte sui profili social. Foto inequivocabili: a cena con caviale e champagne, a bordo piscina in un noto resort di Bellagio a Las Vegas o poco dopo il bagno turco.
L'operazione rinominata "Galassia", ha permesso di ricostruire il modus operandi degli indagati che organizzavano trasferte per riciclare le somme di denaro. Tutto però è iniziato a novembre di due anni fa, quando a seguito di un controllo della Guardia di finanza di Salerno venivano rinvenuti e sequestrati a bordo dell’auto di un associato che si stava recando a giocare in un casinò, 42.980 euro in contanti. "Lo stesso responsabile, dopo il sequestro della somma, si preoccupava di trovare delle giustificazioni da opporre alla Guardia di Finanza, e avviava immediate telefonate con una serie di amici/soci ai quali chiedeva di mandargli delle attestazioni di vincita (schedine vincenti) presso le agenzie scommesse, di importo inferiore ai 3.000 euro".
Su disposizione della procura di Catania sono 28 le persone fermate, tra loro vi sono esponenti dei clan Cappello e Santapaola-Ercolano. Indagini parallele anche a Reggio Calabria e a Bari. I provvedimenti sono stati eseguiti da personale di Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Catania e del Ros. Contestualmente sono stati sequestrati preventivamente in via d’urgenza beni per circa 70 milioni di euro, in Italia e all’estero, e 46 agenzie di scommesse e internet point nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa. Le indagini si sono avvalse anche del contributo di un collaboratore di giustizia che, grazie alle proprie competenze tecniche specifiche, era stato l’ideatore della struttura organizzativa utilizzata dai clan. La mafia catanese, secondo stime della Procura, avrebbe ottenuto un profitto complessivo di oltre 50 milioni di euro tra il 2011 e il 2017.
Secondo le indagini della Guardia di Finanza tutto il denaro accumulato illegalmente veniva reinvestito in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all’estero intestati a
persone, fondazioni e società, tutte ovviamente schermate grazie alla complicità di diversi prestanome. Nell'operazione sono finite indagate 68 persone tutte afferenti alla criminalità organizzata barese, reggina e catanese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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