Scuola, le Regioni "No alla ripartenza il 7". Dove resta chiusa

A rischio l'apertura delle scuola per il prossimo 7 gennaio. In Veneto e Friuli Venezia Giulia si riprenderà la didattica a distanza. In Campania monta la protesta informatica dei "No Dad"

Scuola, le Regioni "No alla ripartenza il 7". Dove resta chiusa

Resta la scuola uno dei "temi caldi" in questi ultimi giorni di festività natalizie. Fino a nuovo contrordine, l'apertura decisa dai piani alti di Palazzo Chigi resta fissata per il prossimo giovedì. Tuttavia, in Veneto e Friuli Venezia Giulia, si è già deciso di prorogare la didattica a distanza (DAD) per le scuole superiori fino al 31 gennaio. "Non ci sembra prudente lasciare aperte le scuole superiori quindi proroghiamo la didattica a distanza fino a tutto gennaio", ha spiegato il governatore del Veneto Luca Zaia nel corso di un punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera (Venezia).

L'ordinanza del Veneto

Il messaggio di Luca Zaia è chiaro e inequivocabile: se non ci sono condizioni sufficienti per garantire un ritorno in sicurezza tra i banchi, si procederà con la didattica a distanza. "Vista la situazione epidemiologica e le previsioni del Ministero della salute, non ci sembra prudente riprendere con le lezioni in presenza nelle scuole superiori - ha detto il presidente del Veneto - Quindi a gennaio la didattica a distanza sarà ancora al 100%. È un sacrificio che non è legato ai trasporti. Noi siamo pronti per garantire trasporti pubblici con una didattica in presenza al 75%. Il problema in questo momento non è non avere i pullman, il problema sono gli assembramenti". L'ordinanza, firmata questa mattina, è stata condivisa dall'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin ed il direttore generale della sanità veneta Luciano Flor. "Il provvedimento - ha spiegato il dottor Flor -riguarda 117mila studenti e 18mila tra docenti e personale tecnico e amministrativo. E secondo le nostre rilevazioni, ogni volta che troviamo un positivo in una scuola secondaria nel 28% dei casi ne troviamo un altro. Più si scende con l'età e più questa percentuale si abbassa".

Didattica a distanza anche in Friuli Venezia Giulia

Segue la stessa linea del Veneto anche il Friuli Venezia Giula. "La didattica a distanza al 100% per le Scuole superiori viene prorogata al 31 gennaio", ha spiegato l'assessore regionale all'istruzione Alessia Rosolen annunciando la nuova ordinanza del presidente Massimiliano Fedriga. Il ritorno alla didattica a distanza, dunque, sembra ormai deciso: "È una scelta di responsabilità che supera il consenso di chi voleva un rientro veloce e ampio a scuola, - ha continuato Rosolen - e mira a tutelare la salute dei ragazzi e di tutto il personale della scuola. Vogliamo una scuola aperta ma che garantisca una condizione di salute". Poi, ha concluso: "Quando un sistema apre, deve avere garanzie che rimanga aperto".

Slitta apertura scuola nelle Marche

Stando a quanto riporta il sito del La Repubblica, anche per nelle Marche si sta la didattica in presenza rischia di slittare in data da destinarsi. "E' evidente - dice il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni - che la positività più alta sia tra i giovani dai 10 ai 19 anni, asintomatici, ma vettori di contagio, anche in relazione alla variante inglese. Stiamo lavorando perché le Marche restino nella fascia gialla e pensiamo che le lezioni per gli studenti delle scuole superiori debbano continuare a distanza. La valutazione definitiva - ha concluso - la farà il presidente Acquaroli entro oggi".

La protesta "No Dad" in Campania

Resta fortemente in dubbio la riapertura delle scuole in Campania. Quest'oggi, è prevista una riunione dell'Unità di crisi con l'assessore Fortini per fare il punto della situazione e decidere il dafarsi. Intanto, gruppi "No Dad" (ndr contrari alla didattica a distanza) hanno deciso di avviare un'azione "mailbombing" in segno di protesta a una eventuale chiusura. L'obiettivo è 'bombardare' le caselle di posta elettronica della segreteria del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e dell'assessore all'Istruzione, Lucia Fortini, di mail in cui si chiede l'apertura delle scuole tutte, di ogni ordine e grado al 7 gennaio. "La Campania non può più costituire un'anomalia: le scuole devono essere riaperte nel rispetto della Costituzione e delle normative nazionali", recita uno stralcio della mail riportato da Repubblica.it

I dubbi del Cts

L'attuale andamento dei contagi e gli scenari futuri dell'epidemia non garantirebbero, a detta degli esperti in seno al Cts, le condizioni per un riavvio in sicurezza dell'attività scolastica. "La cosa più importante - ha spiegatoFabio Ciliano,in un'intervista a InBlu Radio - non è tanto riaprire le scuole ma cercare di tenerle aperte. Rischiare di riaprire le scuole e doverle poi richiudere tra una decina di giorni o tra due settimane. È una cosa che il Paese non si può permettere perché sarebbe la testimonianza provata del fatto che i numeri stanno riaumentando".

Il report Iss sulla scuola

"La scuola non è tra i primi tre contesti di trasmissione in Italia". Lo assicura l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel Rapporto
"Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di SARS-CoV-2: la situazione in Italia. Versione del 30 dicembre 2020" individuando, invece, tra i primi tre contesti di trasmissione quello familiare/domiciliare, sanitario/assistenziale e lavorativo. Il sistema di monitoraggio dell'Iss, nel periodo 31 agosto - 27 dicembre 2020, ha rilevato "3.173 focolai in ambito scolastico, che rappresentano il 2% del totale dei focolai segnalati a livello nazionale. Se si considera l'andamento settimanale c'è stato un progressivo aumento dei focolai con un picco nelle settimane dal 5 al 25 ottobre, una graduale diminuzione fino al 22 novembre e un nuovo aumento fino al 13 dicembre seguito da una stabilizzazione nella seconda metà del mese", si legge nel documento. "Allo stato attuale delle conoscenze le scuole sembrano essere ambienti relativamente sicuri, purché si continui ad adottare una serie di precauzioni ormai consolidate quali indossare la mascherina, lavarsi le mani, ventilare le aule, e si ritiene che il loro ruolo nell'accelerare la trasmissione del coronavirus in Europa sia limitato", continua il report. "La decisione di riaprire le scuole comporta un difficile compromesso tra le conseguenze epidemiologiche e le esigenze educative e di sviluppo dei bambini. Per un ritorno a scuola in presenza, dopo le misure restrittive adottate in seguito alla seconda ondata dell'epidemia, è necessario bilanciare le esigenze della didattica con quelle della sicurezza.

Le scuole devono far parte di un sistema efficace e tempestivo di test, tracciamento dei contatti, isolamento e supporto con misure di minimizzazione del rischio di trasmissione del virus, compresi i dispositivi di protezione individuale e un'adeguata ventilazione dei locali", conclude il Rapporto.

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