La cellula jihadista sgominata a Venezia aveva in programma un attentato sul Ponte di Rialto. Un attentato per causare la morte di centinaia di persone. I quattro fermati sono tutti cittadini originari del Kosovo e residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno. Dalle intercettazioni rilevate dagli inquirenti emerge il piano inquietante della cellula. L'obiettivo era quello di porre una bomba sul ponte di Rialto per provocare una strage.
"Se domani faccio il giuramento e mi danno l'ordine sono obbligato a ucciderli tutti". Questa una delle frasi contenuta nelle intercettazioni telefoniche divulgate dalla Polizia di Stato (guarda il video). Parole terribili che si sarebbero potute trasformare in una tragedia senza l'intervento delle forze dell'ordine. Ma ci sono altri passaggi che fanno capire il piano stragista dei fermati: "A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto". Il reato contestato è il 270bis: associazione di stampo terroristico anche internazionale.
La cellula jihadista, attiva nel centro storico veneziano e sgominata da un blitz di polizia e carabinieri, era infatti impegnata "in una vera e propria attività di auto-addestramento al fine di prepararsi a compiere attività criminali e attentati, da un lato attraverso esercizi fisici e dall'altro esaminando video dei fondamentalisti dell'Isis che spiegavano l'uso del coltello, come si uccide con un coltello", come ha spiegato il procuratore aggiunto di Venezia, Adelchi D'Ippolito, nel corso di una conferenza stampa. A galvanizzare gli animi dei terroristi era stato l'attacco a Londra del 22 marzo scorso. Ma in questo caso l'anti-terrorismo è riuscito a fermarli prima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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