La Sea Watch in acque libiche con 147 migranti a bordo, cresce la pressione sull'Italia

Le ultime due operazioni dell'Ong tedesca hanno dimostrato che il flusso di migranti verso l'Italia è in continua crescita, apprensione anche sul fronte sanitario

La Sea Watch in acque libiche con 147 migranti a bordo, cresce la pressione sull'Italia

Si trova ancora dinnanzi le acque libiche la nave Sea Watch 3, dell'omonima Ong tedesca. A bordo ci sono complessivamente 147 migranti, gli ultimi 102 sono saliti dopo un'operazione condotta nelle scorse ore.

È stata quest'ultima la seconda missione nel giro di pochi giorni, visto che la nave aveva già soccorso 45 migranti in un punto non distante dalle coste della Tripolitania. Le ultime persone salite a bordo della Sea Watch 3, secondo gli attivisti tedeschi, erano a bordo di un gommone con un tubolare semi sgonfio.

Erano stati avvistati nelle prime ore del mattino di questo sabato: “Molti presentano ustioni da carburante e stanno ora ricevendo assistenza medica”, si legge in un post pubblicato sul canale Twitter di Sea Watch.

Le due operazioni condotte dall'Ong tedesca confermano un'impennata di partenze dalla Libia. Dalle coste del Paese nordafricano già nelle prime settimane di febbraio è stato possibile riscontrare un aumento del numero di barconi salpati soprattutto dalla Tripolitania.

Adesso il trend sembra addirittura aumentare. La stessa Sea Watch ha fatto sapere ieri che, poco dopo il salvataggio del barcone con 45 migranti a bordo, un altro barcone con 142 persone a bordo era stato avvistato da Moonbird, il mezzo aereo usato dall'Ong per “pattugliare” il Mediterraneo.

Il mezzo è stato soccorso dalla Guardia Costiera libica, intervenuta sul posto. I migranti dovrebbero essere stati trasferiti in Libia. Con il miglioramento delle condizioni del mare, nel fine settimana potrebbero essere registrate nuove partenze.

L'impressione è che i trafficanti stiano sfruttando le attuali condizioni climatiche per mettere ulteriore pressione sul flusso migratorio diretto in Italia. Una circostanza che non suona come una notizia positiva per il nostro Paese.

A febbraio il numero di migranti approdato ha già sforato quota 3.000, rispetto al 2020 l'aumento degli sbarchi è addirittura del 77%. A Lampedusa le autorità locali hanno dovuto fronteggiare situazioni critiche nel locale centro di accoglienza. Anche perché a preoccupare è anche la situazione sanitaria.

Sia a bordo di alcune navi Ong che di navi mercantili, tra gennaio e febbraio sono diversi i migranti risultati positivi ai tamponi una volta sbarcati. Tra questi, in 50 erano a bordo della Asso 30, 46 invece della nave Ong Ocean Viking, altri casi di contagio da coronavirus sono stati rintracciati sulla Aita Mari sbarcata a febbraio ad Augusta.

Maggiore è quindi la pressione migratoria, maggiore è il rischio di trovarsi

di fronte a casi di positività. Con tutte le difficoltà conseguenti, sia sotto il profilo logistico che sanitario. Intanto la Sea Watch già nei prossimi giorni potrebbe chiedere un porto sicuro sia a Malta che all'Italia.

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