Sequestra e sevizia il rivale in amore, poi pubblica video choc sui social

La vittima, 18 anni, è stata malmenata e umiliata da un egiziano di 19 anni. Il video della violenza è stato condiviso su Instagram e l'aguzzino arrestato per sequestro di persona

Sequestra e sevizia il rivale in amore, poi pubblica video choc sui social

Legato, insultato e malmenato per più di mezz'ora con un coltello puntato al volto. È la violenza, a dir poco rabbrividente, di cui è stato vittima un diciottenne ostaggio del suo rivale in amore, un egiziano di 19 anni, che ha filmato le sevizie con lo smartphone salvo poi pubblicare il contenuto choc sui social. Ora, lo straniero si trova in carcere per i reati di maltrattamenti e sequestro di persona.

L'orrore

Si consuma in un appartamento di via Marco D'Agrate, in zona Ripamonti, a Milano. Sono le ore 14.30 del 20 luglio scorso, il caldo infiamma il capoluogo lombardo. La vittima, un ragazzo di 18 anni appena compiuti, raggiunge il suo aguzzino nel silenzio di una città semi-deserta. Qualche ora prima, ha provato a declinare l'incontro ma il suo rivale in amore lo ha minacciato "Tanto, se non vieni, ti becco in giro". Non ha avuto scelta e, col cuore in gola, ha suonato a quel dannato citofono: "Sali", non una parola di più dallo straniero. Trova una porta aperta: "Entra''. Di là dall'ingresso c'è una stanza vuota con una poltrona al centro e un elettrodomestico in funzione. L'egiziano si sfila la maglia per mostrargli il grosso coltello che ha infilato di traverso nei pantaloni. Quindi afferra il diciottenne per un braccio costringendolo sulla seduta con il cordoncino di una tapparella fissato, all'altra estremità, alla maniglia del forno. Recupera lo smartphone e comincia a filmare. Perché le botte non bastano: bisogna umiliare quel ragazzino che ha osato intraprende una relazione con la sua ex fidanzata. E così, per 20 lunghissimi minuti, la violenza viene offerta in pasto ai social network con un video che rimbalza da un utente all'altro su Instagram.

La denuncia

Scampato alla morte per un soffio, il 18enne chiede aiuto alla madre che, senza esitazione alcuna, decide di rivolgersi immediatamente alla Polizia. Appena qualche ora dopo l'orrore, infatti, mamma e figlio entrano insieme nell’ufficio denunce del commissariato Scalo-Romana, guidato dal dirigente Francesco Anelli, dove un agente raccoglie il loro racconto choc. La squadra investigativa, d'accordo con la Procura, avvia un’indagine serrata che, nel giro di qualche settimana, ricostruisce mesi di maltrattamenti e vessazioni ai danni del giovane. La vicenda si conclude con un’ordinanza d’arresto per un egiziano di 19 anni, Ahmed Abdelnabi - detto Josef- firmata il 17 agosto dal gip Alessandra Clemente.

Una lunga storia di vessazioni

Stando a quanto si apprende da Il Corriere della Sera, Ahmed Abdelnabi è stato arrestato due giorni fa a Forlì su indicazione dei poliziotti milanesi. Nella lunga storia di sevizie ai danni del ragazzino avrebbe agito in concorso con un complice, un ventenne italiano noto come Jack . Ma perché questa scia reiterata di violenze? Dall’inchiesta emerge una logica da branco di strada deviata e spietata: anche il ragazzino più debole ha alle spalle qualche problema con la giustizia, tramite amici si aggrega a un gruppetto in cui Josef fa il capetto, poi ha una storia con una ragazzina che in passato è stata proprio con il giovane egiziano.

E così gli attacchi prendono a pretesto anche questa relazione: a volte sono solo minacce in strada, a volte gli rubano una felpa, in un caso la coppia cerca di costringere il ragazzino a fare da esca per fingere di comprare un chilo di droga con 6/7 mila euro e poi rapinare uno spacciatore. Lui si rifiuta. La storia è andata avanti prima e dopo il lockdown. Fino al sequestro postato sui social. Ai poliziotti il ragazzino, ancora sotto choc, ha confessato: "Ho avuto paura di morire''.

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